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Taglioavvenuto@infotrovatore.liuto

Basta chiedere, or Lo piacer mio sarebbe sentir che tu la canti,
di fronte allo tuo amore, mostrando trasporto ed ardore!
Sei mitico Taglio!!!
 
Così che tra le fiamme
Avvolgenti il seno tuo
Mi persi rimirando
Ciò che sugger tanto amo
 
Così che tra le fiamme
Percorrenti il ventre tuo
Smarristi lo candore
Del pallido tuo derma
 
Così che tra le fiamme
Le righe sulle terga
Disegnan ragnatele
D'amor punito Amore
 
Così che tra le fiamme
Disteso sulle labbra
Accolsi il tuo piacere
 
Così che tra le fiamme
Tutto poi sembrò cader
 
Lì ti raccolsi Amor

Io e te all'inferno (racconto FULmineo)

.
 
Sono partito per raggiungerti all’inferno, cara.
Autostrada occupata dai dimostranti.
Cerco percorso alternativo sul Tom tom dove l’unico tragitto senza pedaggio è lunghissimo: un coma di tre mesi.
Eseguo.
Arrivato finalmente!
Inferno tutto occupato. “Mantenere il coma per non perdere la priorità” dice il call center.
Sono dannato, ma non scemo, così mi sveglio dal coma.
“Miracolo! Miracolo!”, urlano.
E mo’ sono prenotato in paradiso.
 
 
Ps: Ma tu aspetta cara che, lontano da te, può essere che pure l’eternità mi finisce subito.
 
 
.

Io, tu e l'inferno

 
Le tue mani sulla mia schiena,
pelle tremula sotto le tue dita.
Le tue mani sul collo,
più giù un brivido sui miei seni vogliosi.
Scivoli sui miei capelli,
il tuo respiro aspro si mescola al mio.
Mi guardi e io ti voglio,
i tuoi occhi mi sussurrano amore,
io mi sciolgo come neve al sole.
All’improvviso il soffitto si oscura,
nuvole nere occultano il peccato.
Così le fiamme dell’inferno ci avvolgono,
il dolore del fuoco sarà la nostra felicità
e noi saremo dannati urlanti.
 

per capire l'inferno

Per capire l'inferno
ed il suo fuoco maledetto
non è necessario essere demoni.
Io e te abbiamo in gola
le mani di una tenebra eterna,
portiamo il suono del vuoto
negli occhi.
Persino in cuore
le fiamme ci cavalcano,
incatenandoci a turbini
di buio.
Come avvoltoi
sfidiamo le furie di un cielo
orribile,
ci sfamiamo del veleno
di un silenzio sporco
di solitudine.
Annientandoci allegramente
di peccato.

Inferno e così sia

 
"tanto gentile e tanto onesta..."
con occhi grandi e la boccuccia stretta
unite le braccia in verso di preghiera
ritto il busto elegante d'una fata fiera
in chiaro pastello verdino agghindata
attende i vezzi dell'affannato amante
che timido timoroso, sta sullo stelo accanto.
è fatalmente preso dal di lei addome
liscio affusolato e morbido scrigno per vite
che dondola salendo passando
da un rametto ad una foglia lentamente
e da quello sguardo ferino che l'ammalia
irresistibilmente l'attira lo seduce
che lo perderà e lo sa mortale.
eppure a questo deve andare
questo il disegno per cui venne al mondo
perdere con l'orgasmo d'un momento
tutta la vita che custodì tanto
dopo un'estate lunga una vita appena
bruciar l'esistenza come un sole
e giù nell'inferno d'un tramonto rosso
che lasciar orme è tutto il senso intero.

Libera

 Lei era una povera cosa stretta in un angolo. Il volto livido, il collo girato in una posizione innaturale, gli occhi spalancati. Era ancora facile scorgervi dentro il terrore e la richiesta di scusarla, scusarla per la sua inadeguatezza, per non essere stata come lui la voleva...
 
«Fabio, vuoi tu prendere in sposa la qui presente Maria....»
Il suo «sì», pronunciato guardandola negli occhi, era stato il suggello della loro favola. Si erano conosciuti nel paese di lui, dove lei trascorreva una breve vacanza, quando erano ancora prepuberi e si erano "messi insieme" subito. E mentre tutti i loro coetanei erano impegnati nel valzer delle coppie tipico dell'adolescenza, Maria e Fabio restavano insieme. "I fidanzatini", li chiamavano.
Prepararono il loro matrimonio con cura, volevano che fosse un giorno indimenticabile e che ci fosse una casetta pronta al ritorno dal viaggio di nozze. Niente di pretenzioso, ma una casa calda e accogliente, che sapesse ospitare un amore come il loro. Tutto avvenne come avevano previsto. Fino a che lui non la prese in braccio e, dopo aver varcato la soglia, non chiuse la porta.

Scendiamo all'inferno

Scendiamo all'inferno
per strette strade di fuoco.
Io e te,
come demoni rosicchiati
da colpe oscure,
sepolti da una febbre d'amore
spaventoso,
accettiamo con orrore il destino.
Odora di tenebra il cuore
che non è più cuore,
ma frotta di solitudini infette.
Il fetore di un piacere feroce e beato,
si arrotola nel chiasso
di corpi fumanti e capricciosi.
Con vapori violenti di buio,
sporchi di fine,
uniti festeggiamo
indecenti pudori di vita.

Demone tentatore

Cavalco l'onda del piacere
con te mio Demone tentatore.
Voglio dannarmi e peccare
trasformando il corpo, il tuo e il mio
in strumenti di sublime
accecante desiderio.

Con te mio Demonio
ogni notte assaporo
baci di fuoco
e bevo il tuo respiro
qual veleno delizioso.
Tirando i fili della bramosia
sacrifico i seni
alla tue avide carezze
mentre tu, riversi litanie
nella mia assetata bocca.

Affondati tra i cuscini dell'oblio,
noi testardi peccatori,
scenderemo all'inferno
oltre l'orizzonte del male,
cavalcando per sempre
l'onda perversa del piacere.

Dall'inferno dei due fori

Per quanto io ti debba
in fiamma, tanto
mi darai in cenere
mancata all’indomani
o scintilla d’oggi.
 
muovendo i ceppi crepita il disavanzo
e tenero, tenero si fa lapillo
ora che avvampa
e poi si spegne.
 
che porti dovuto bene?
la scintilla di quel verbo?
dillo amore! dillo tu …
quell'ancòra che m’affiamma
se non che qui mi occludi.
 
Piess: corale minima a più mani (che meglio non si può) da Princ3ss, Franca, Prato, Orme: grazie.  

Ringrazio la sorte

Non fingo. Lo vedi?
Non piango.

Sorrido persino
guardandoti ora
coperto di terra

e nel fango hai vissuto
bevendolo tutto

succhiando la vita

la mia.

Ti hanno trovato disteso
morto d'infarto
io di fianco svenuta
gonfia di lividi
per le solite botte.

Le braccia allungate
e tese le mani, sembrava
m'han detto
cercassi il mio viso.

Chi sa
se per stringermi il collo
o chieder perdono

Oramai non m'importa
il tuo tempo è scaduto.

Sorrido ai cipressi
calpestando per l'ultima volta
le foglie sul viale

e ringrazio la sorte.

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