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Sprazzi di vita

Poteva essere lo spezzone di un film di Woody Allen o anche, perché no, il flashback della vita di un serial killer: ”Come lo sono diventato”, ecco il titolo corretto.
 
Sulla provinciale che mi riporta a casa dall’ufficio, un rettilineo che come la vita ogni tanto ti presenta degli svincoli, delle stradine secondarie che i rallentamenti del traffico come i problemi esistenziali ti invogliano ad imboccare, ascoltavo un programma radiofonico mediocre, ma di meglio non c’era.
Qualche auto, qualche camion, i festoni luminosi per l’imminente Natale che a tratti illuminano la periferia del mio sguardo, e come nel migliore James Ellroy, in una sceneggiatura a cui manca solo il bianco e nero, lancio un’occhiata al retrovisore scorgendo, nel furtivo cono di luce di un lampione che in un attimo svanisce, l’immagine di un’auto rossa che ospita al suo interno un padre col figlio, li conosco, so bene chi sono; un secondo, ma tanto è bastato a notare dei particolari: padre e figlio simili, ovviamente, ma non solo fuori, uguali dentro; il padre con lo sguardo sulla strada, sguardo vuoto, la mente altrove; il figlio, col viso verso il finestrino, un po’ ingobbito in quell’auto troppo piccola per lui oppure è solo una sensazione, il giubbetto pesante dell’inverno non ben sistemato tra la schiena e il sedile rimane incastrato sulle spalle; non un sorriso, non una parola.
Oh, come si accosta male la vivacità del rosso della carrozzeria con la tristezza pregnante nell’abitacolo.
Ecco un altro lampione.
Un secondo, troppo o troppo poco, forse non c’è più nulla da vedere, o forse hanno aperto un dialogo; no, come prima, il padre guida, lui si estranea guardano le luci colorate.
Decido di rallentare, conseguentemente anche l’auto dietro di me lo fa, voglio guadagnare qualche decimo di secondo in più al prossimo lampione... Voglio capire, sperare.
 
Woody Allen ci avrebbe messo una situazione comica ora, James Ellroy un morto ammazzato.
Ma questa è la vita vera, un padre ormai segnato dal passato e un figlio che non sa di dover affrontare un futuro.

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