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da "La torre di cristallo" - 5

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Marzo 2009
Roma,
sera tardi
 
dal diario di N
 
 
Tristezza. Oggi me lo guardavo. È bello. S’è fatto proprio un bel ragazzo.
Fatto bene la palestra. Se non tenesse la forchetta in quel modo.
Ma forse sono io che. Forse esagero. Ognuno tiene le forchette come vuole. Mica c’è una scuola di pensiero su come si devono tenere le forchette. Su come ci si deve mettere il boccone in bocca. Che lui se lo ficca tutto in gola con la lingua di fuori. Che lingua. Anche da piccolo c’eravamo preoccupati. Invece non era niente. Solo un’iperglossia. Iperglossia. Poi perché, non si sapeva. Ma normale. Niente di cui preoccuparsi. Niente di preoccupante. Le analisi erano nella norma. Tutto nella norma. È lui che non è nella norma. Poi cos’è la norma. Accidenti alla norma.
E allora?
 
Sono triste, oggi. Oggi non ce la faccio a vedere il buono. E fuori c’è un cielo così grigio. E c’è qualcuno che sicuramente sta pensando a me. Con dolcezza. E a lui?
C’è mai stata una ragazza che ha pensato a lui con dolcezza? Con desiderio? C’è stata mai? Me l’avrebbe detto se ci fosse stata. Mi ha sempre detto tutto.
Ormai ha più di vent’anni. E non ha mai neanche baciato una donna. Una ragazza. Una ragazzina. Un gatto, un cane. Nessuno. Mi sa che non ha mai baciato neanche me.
E io sono triste. Dagli tempo, dicono. Dagli tempo. C’è tempo.
Sono stanca. E triste. Ecco.
L’angiologo, poi, oggi.
Pure l’angiologo ci mancava. Pure la fragilità capillare. Oltre a tutte le fragilità che ha. Dice, e meno male che lui era fuori della stanza. Era andato al bagno. Sicuro a lavarsi le mani. Sempre a lavarsi. E l’angiologo dice, ma perché non lo mandate a puttane?
Cavolo!
Ma come si fa a uscirsene così.
Ma meglio mai neanche un bacio che scoprire il sesso in quel modo. Che poi magari s’innamora pure. O forse sarebbe meglio?
Ma che ne so. Ma che ne sa una madre cosa è meglio per un figlio.
Basta.
Oggi non gira proprio.
Mi metto a stirare va’, che è meglio.
 
..
(by poetella)
 
 
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