Scritto da © Andrea Occhi - Lun, 24/10/2011 - 08:39
Ho donato al tuo cuore, la mia vita: i miei sguardi di cristallo iridescente, i miei sorrisi cesellati con l’avorio dell’unicorno, i miei baci dal sapore ingenuo delle fragole, la mia pelle rugosa. Tu hai afferrato tutto. Non per conservarlo come prezioso tesoro, ma al solo fine di mostrarlo agli occhi altrui per ottenerne il compiacimento. Le mie scarse qualità ti sono servite unicamente per curare la tua noiosa e inutile ricerca di te stessa. Mi sono lasciato irretire come un pesce d’argento nella rete di un affamato pescatore. In virtù della proprietà transitiva io ero felice di donarmi e tu di mostrare sin dove avresti potuto spingere la tua egoistica necessità. Quando, però, mi sono allontanato da te, fasciando gli zoccoli del cavallo, il tuo potere si è dissolto, senza alcun odore. Liquefatta dalla mia assenza, che ritenevi impossibile, hai tentato, invano, di leggere una formula magica nel libro dei tuoi puerili incantesimi. Il sesso non sconfigge i draghi. Io non lo sono. Tuttavia la spada di piombo che mi hai conficcato in gola, mi ha donato un alito particolarmente sgradevole. Per dimenticarti è sufficiente una caramella.
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