Scritto da © Andrea Occhi - Ven, 25/11/2011 - 09:14
Una vergine guerriera ha rubato, d’astuzia, i miei pensieri, conducendomi s’un prato per giocar con aquiloni colorati. Mentre son col naso al cielo, illuminato dal grande astro e col volto sorridente, d’improvviso ella sguaina le sue armi e mi colpisce a tradimento. Or nella mia carne, d’acciaio, le lame sue filanti chetano la fame, poi golose le sue labbra profumate si dissetano alle mie. Io, incantato, non rifuggo il piacere dell’Amore, temo solo la mia fine, come osso ben spolpato dalle brame d'una bimba impertinente.
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