Scritto da © Andrea Occhi - Mer, 28/12/2011 - 08:28
Nella, comunemente denominata, pausa pranzo, per la durata della quale mi sono nutrito di una crema di riso greca, per dare una mano all'economia olimpica, così come acquistai anche il latte con il logo di una nota azienda emiliana, mi è balenata un'idea: la descrizione di me stesso. Non tentando di comunicarvi le mie emozioni o i miei pensieri in merito a ciò che intorno e dentro a me accade, ma piuttosto, i miei tratti somatici, la mia carnalità in senso proprio e non metafisico. Non credo che nessuno di noi, vicendevoli lettori, non abbia (acc...con le negazioni che autologamente si negano in sequenza, non so se affermi o neghi il concetto), mai (e un'altra), immaginato la fisicità dello scrittore, anche deducendola dallo pseudonimo. Ebbene, vi dirò che il mio nome è fittizio solo in parte. "Occhi" è parola che compone il mio cognome e rappresenta il mio viso. Ciò che, infatti, noterete sono i miei organi scrutatori, affamati di realtà. Colore chiaro, se avrete la banale occasione di incontrarmi, avrete la prova che non son mendace. Naso dritto e piccolo, così come le orecchie. No, queste ultime non sono dritte, solo piccole. Labbra carnose. Viso regolare. Voglia a forma di cuore sulla laringe. Castano. Spalle larghe, per nuoto da adolescente. Taglia 48 di spalle e 44-46 di pantaloni. Ciò che stona nella mia armonia è la mia prorompente altezza. Nulla dirò di più, un pizzico di mistero è necessario. Ah dimenticavo...nessuno crede alla mia età anagrafica...l'occhio è fallace. Non è, questo, un annuncio per trovar moglie, ovvero compagnia, poichè il fatal cupido mi ha già trafitto, nonostante l'acuto strabismo e l'incapacità al volo.
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