Dicono che il 13 porti fortuna. | Prosa e racconti | Nonno Libero | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

Commenti

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Nuovi Autori

  • Gloria Fiorani
  • Antonio Spagnuolo
  • Gianluca Ceccato
  • Mariagrazia
  • Domenico Puleo

Dicono che il 13 porti fortuna.

Dicono che il 13 porti fortuna, ma quella fortuna mi spedì quel giorno, intanto a fare il soldato, poi a fare la guerra. Ma che guerra! Tanto per incominciare, subito a dare quella inutile "Pugnalata" alla schiena alla Francia, già messa in ginocchio dalla Germania, poi in Albania per "Spezzare le reni" alla Grecia indi con le truppe d'occupazione nel Peloponneso fino al tragico 8 settembre 1943. Qui incominciarono i guai e le fughe. La prima, da Patrasso su in montagna perché, avendo rifiutato di collaborare con i tedeschi, sarei stato deportato in Germania.
8 Dicembre 1943, giorno dell'Immacolata, ritorno in città sfuggendo miracolosamente ad un massiccio rastrellamento tedesco per cadere stupidamente nelle mani degli ex "camerati" i quali, felici per l'inaspettato incontro, mi lasciarono due giorni senza mangiare. Il terzo giorno, sempre a digiuno, insieme ad altri sfortunati catturati nel frattempo, imbarco su di una piccola nave per una breve crociera relax (stivati come sardine) fino a Pireo ed infine, in occasione del S. Natale, la sera della vigilia, partenza per un viaggio turistico in comodissimi vagoni bestiame (sempre ben stivati) da Atene, attraverso la Macedonia e la Serbia, fino al posto scelto per noi a felice dimora stabile: un bel "lager" a lato dei binari della ferrovia, con altrettante comodità: freddo, fame e pidocchi, in più lavoro, bastonate e dulcis in fundo, musica per le nostre orecchie, un affettuoso epiteto "Italiener schweine hunde" (Italiani porci cani) che le guardie intercalavano spesso tra le urla e lo sbraitare consueto.
Agosto 1944, fuga dal "lager" e via un'altra volta in montagna a fare la resistenza con i partigiani di Tito, ma per poco perché, dopo la ritirata dei tedeschi, una volta scesi in città, altra ed ultima fuga, stavolta in Bulgaria. Dopo alcuni giorni, un simpatico trenino con i vagoncini scoperti (eravamo in gennaio) ma in compenso dotati di sedili, ci portò al confine con la Grecia dove trovammo gli inglesi i quali ci portarono a Salonicco. Colà, ripuliti e rivestiti a nuovo, imbarcati su un transatlantico francese, l'Eri Dan, finalmente mi godetti una meravigliosa traversata che mi riportò in Italia.
Così feci in tempo a fare ancora un po' di guerra, stavolta insieme agli ex nemici contro gli ex "camerati".

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 0 utenti e 3796 visitatori collegati.