Scritto da © erremmeccì - Gio, 08/11/2012 - 17:17
Più fredde erano
allora
le notti,
più fondo il sonno
e colorati (a volte,
inquietanti) i sogni,
che sempre,
al risveglio,
alla mente tornavano...
Non ricordo, ora,
più nulla dei sogni
che faccio la notte
e pochi ne faccio
di giorno .
Tutta qui
(forse)
la differenza fra
il tempo che è passato
e quello presente:
vivo ancora
e palpitante
- solo un po’ ferito -
è il cuore.
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