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Hegel mi fa una domanda di Storia

Il tempo è signore
del tempo.
 

Lontane
spirali di
storia,
lunghe
lunghe
come gambe
di marinai.
 

Cosa sono i tuoi occhi, vinti dal dolore eppure
così pieni di vita, se non trincee roventi
della prima guerra mondiale?
 

Cos'è, la tua bocca, se non legno bagnato di nave
da un' acqua iraconda: l'Atlantico?
Cerca, io lo so,
il suo Nuovo Mondo.
 

Cos'è la linea del tuo viso? La tua gota incavata?
Gole profonde e campi sterminati della Russia:
e uomini sterminati agonizzano nel gelo amaro.
Il capo dalla cravatta nera,
così aveva ordinato per i suoi figli.
 

E poi, la tua fronte? I tuoi capelli di sabbia?
Hanno la bellezza eterna
delle piramidi, e l'odore
della maledizione d'amore
aleggia nella loro tomba.
Howard Carter
schiaccia il suo sigaro.
 

Tu,
hai la potenza di mille imperi.
Pretoriani sono le tue braccia,
senatori in splendide ville romane le tue mani,
le ciglia, mantelli di porpora e sandali.
La mia è schiavitù.
Non sono Spartaco.
 

Lontane
spirali di
storia,
lunghe
lunghe
come gambe
di marinai.
 

E il tempo è signore
del tempo,
e se lei, mio caro signor Hegel
vuol proprio sentirselo dire:
tutto ha un senso.
Se esiste,
è perchè deve esistere.
 

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