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Premontane isole deserte

Odiare il nostro mondo si può,
perchè mescola il sangue
ribolle di spasmi, causa mal di mare.
Non ne posso più di questa pelle
di questo cuore che s'apre e si frange
in una morte lenta
all'amore sono le regole le sordide regole 
che hai visto cedere sin dall'inizio
non è un'avventura, ora il mondo cade addosso
e volgare appare il colore della terra
dissodata e aperta come una ferita sanguinante.
Non vivo di pane, ma rinasco ogni volta
uomo, diverso più buio e sordo all'amore
alla gestualità di un affetto sincero
inabissato nel vuoto di un giorno informale
uno come tanti
dove spiazzi di monte giacciono concubini
nel bruciare dolore, anarchia di un affetto,
effimera sostanza d'amore
nel cedere all'egoistico baratto. 
Lascivi, brutali, codardi mostri
che sbudellano bellezza e incanto
in polimorfici intrecci avvinti di luce
perduta coerenza che tagli i legami veri
garantiti dalla vita che scorre nelle cave vene 
la fortuna è li a guardarci, a ricordarci che
al commiato di un viaggio interstellare,
prima che sia troppo tardi,
è meglio accertarsi che il mondo ci abbia già lasciato.
 

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