La filosofia della vita in versi | Filosofia | Francesco Andrea Maiello | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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La filosofia della vita in versi

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La vita non va presa con filosofia ma va intesa con la filosofia (F.A.Maiello) e, per la stretta relazione tra filosofia e medicina (Aristotele), i primi ad impararla devono essere proprio i medici per acquisire l'anima... altro che chiacchiere!
 
La filosofia, amore della sapienza, lungi dalla complessità e dall'irrazionalità di Hegel (tutto ciò che è reale è razionale e tutto ciò che è razionale è reale), secondo il monito di Aristotele (verum scire est scire per causas) ci riporta all'amore (Platone) tra le braccia del Creatore dopo aver preso coscienza di noi stessi (gnothi sautòn/Socrate) attraverso la corretta conoscenza (cogito, ragione, intelletto, sapienza e contemplazione/Maiello).

Se un tempo era necessario sopravvivere (primum vivere deinde philosophari/Aristotele) adesso è tempo di saper vivere (primum philosophari per saper vivere/Maiello) e l'uomo, mirabile miscela spirito-materia, nella sua continua evoluzione psico-fisica (il panta rei di Eraclito), evolverà la sua materia grigia cerebrale (sistema nervoso) nella luce del sistema spirituale dalla cellula primordiale (pensiero, amore e coscienza) del suo Creatore, laddove Bene (etica) e Bello (estetica), valori universali (antica kalokagathia) della vita, confluiscono nella luce dell'Amore (i colori dell'anima... il rosso dell'amore, il bianco del candore e il giallo dello splendore), il motore della vita.

L'uomo, depositario della conoscenza grazie alla coscienza, in ultima analisi, rappresenta la frontiera vitale tra mondo visibile (materia) ed invisibile (spirito).
E pertanto in riferimento al corpo (la forma della materia), prigioniero dello spazio (il vuoto della materia) e del tempo (l'età della materia), è espressione del finito e, quindi, mortale, mentre in riferimento all'anima (il fantasma della materia), entità spirituale libera da vincoli spaziali e temporali, è espressione dell'infinito e, quindi, immortale. 
 
L'Assoluto, Luce dell'universo, un bel dì progettò che la polvere diventasse luce (gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente): “Dal buio alla luce”...
 
Ben 5 miliardi di anni fa
o 50 milioni di secoli addietro
che fan 5 milioni di millenni,
con lo scoppio del big bang,
nebulosa vagante
nel vuoto abissale,
suonò il gong temporale
e venne alla luce
l'universo spaziale
nel suo ristretto ambito materiale.
Tra neutroni e protoni
con moto di elettroni
era tutto un caos
donde esitò il cosmo
con l'ordine astrale
del sistema solare.
Fu l'elementare idrogeno,
però, a dar fuoco al sole
mentre insieme all'ossigeno
scatenava l'acqua
per raffreddar la terra
nel suo nucleo incandescente.
Sull'acqua bollente
di questa piastra rovente
si calarono, poi, in cottura
molecole gassose e carboniose,
e dal brodo primordiale,
vera miscela minerale,
si approntò la vita vegetale.
Solo l'elio, l'argo e il neon,
gas nobili,
si sollevarono da terra
e presero le vie del cielo,
mentre l'idrogeno,
invero il più leggero,
si combinò con tutti
e davver ne fece tante. 
Acqua santa a parte,
con l'azoto generò l'ammoniaca,
gas di odor pungente,
con lo zolfo l'acido solfidrico,
un gas dal fetor penetrante
e con il carbonio il metano,
un gas asfissiante
tanto energizzante.
Sulla terrena piastra,
non più rovente, infine,
l'acqua bollente divenne termale,
poi naturale e finanche minerale
con le sue tante bollicine,
e fu da qui che, a fuoco lento
sulla fiammella solare,
veniva alla luce la vita vegetale,
ponendo le basi dell'animazione
con l'ossigeno per la respirazione
e l'ozono per la protezione.
Nacque così la vita sulla terra
da un freddo processo chimico
di ossidoriduzione per moto di elettroni
con sintesi di glucosio,
poi piruvato indi decarbossilato
donde l'acetil substrato infin fosforilato
fino all'adenosin trifosfato (ATP),
centrale energetica della vita
scaturita da una base azotata
e uno zucchero pentato,
quel ribosio nucleico
finanche respirato.
Ed era così che l'inerte materia
prima si organizzava in veste cellulare,
poi si duplicava (mitosi)
indi si riproduceva (meiosi),
infin si autoregolava
con i glucidi energia corrente
e moneta contante
per la respirazione,
con i lipidi olio lubrificante
per la permeazione
e grasso della materia pesante,
e alfin, con i protidi,
illuminata matrice pensante
dall'alto del DNA per l'informazione
e dell'RNA per la riproduzione
 
e in virtù de “L'arte suprema” creò la vita...
 
Il primo giorno dell'atto creativo
sul buio delle tenebre dell'abisso,
con la materia informe vagante al caso,
il Supremo Sol profferì sia luce
e luce fu in questo immenso caos.
Nel secondo giorno creativo
l'Eccelso Fattor separò la distesa
celeste dall'azzurro marino
donde emerse l'asciutto
della crosta terreste e così
con cieli e mari fu terzo giorno.
Con le erbe a far semenza
originò la vita vegetativa
e, con prati verdeggianti, alberi
fruttificanti,  fiori variopinti
dai profumi inebrianti, d'emblée
fu vegetazione lussureggiante.
Nel quarto giorno il Supremo Autor
dipinse il firmamento con la luna
e tante stelle e alla maggiore
ordinò di presiedere al giorno
e di scandire il tempo negli anni
con l'alternanza delle stagioni.
Al tiepido calor dei raggi solari 
di poi all'alba del quinto giorno
vide luce anche la vita animale
con schiere di pesci sfavillanti
nei riverberi marini delle acque
cristalline e, con volo pindarico,
dal blu marino all'azzurrino
stormi di uccelli dalle piume
colorate a volteggiar nei cieli
con l'armonia e la sinfonia
delle loro dolci melodie.
Siam così giunti al sesto giorno e,
dopo mare e cielo, anche la terra
si animò  di ogni specie di animali
dai rettili striscianti ai ruminanti,
dal lupo ululante alla pecora belante
fin al pianto dell'asino ragliante.
Il Supremo Amor infin
a sigillo della sua arte suprema
formò l'uomo dalla polvere della terra,
gli soffiò nelle narici un alito vitale
e l'uomo divenne un'anima vivente
a sua immagine e somiglianza.
Ultimato l'atto creativo,
il Creatore si riposò,
benedisse il settimo giorno
e lo santificò dopo tante mirabilia
 
che nella sua evoluzione “L'evoluzione della vita”...
 
Quando la vita
sulla terra nacque,
fu con le piante
che cominciò a respirare
e l'inerte materia
con il serpente
iniziò a strisciare.
Di poi la vita
sulla scala evolutiva
con le bestie
arrivò ad annusare
e con lo scimpanzé
imparò a camminare,
ma fu con l'uomo
che s'ingegnò a pensare
e, proprio da qui, 
la polvere sortì
materia cerebrale.
Solo con Broca, però,
il cervello cominciò
a parlare e d'allor
s'incominciò a localizzare
la funzione corticale
con l'antica struttura
per l'emotivo
e con l'area associativa
per l'intellettivo.
Sarà da questa sede
che la flebile coscienza
si farà sentire
se ormai da tempo,
per afasia sensoriale
in sede temporale,
nessuno l'ascolta più.
E così se un dì,
con ricetta galenica,
lo spirito naturale
si raffinava in vitale
e poi ci vivificava
da spirito animale,
d'ora in avanti, invece,
la fucina epatica,
centrale metabolica,
cuocerà a fuoco lento,  
sulla fiammella ipotalamica,
centralina psicosomatica,
la giusta miscela umana.
Va enfatizzata, però,
l'educazione morale
così da pervenire
dalla raffinatezza neuronale
alla purezza della cellula spirituale,
che con il suo amor
ci donerà l'anima
e la polvere di quel lontano dì
per noi sarà un orizzonte di luce
 
grazie a “La scala della vita” ci permetterà di ascendere alla Sua Eccelsa Presenza...
 
Nell'umana evoluzione
un dì fu sacra unione
del gene con il cromosoma
e così nacque il genoma.
E' il codice genetico
dell'umana identità
che lassù ci porterà
con la scala elicoidale
a doppio corrimano
di uno zucchero pentato
e di un composto fosfato
su scalini intercalati
di basi azotate
tra loro ben appaiate
ma debolmente legate
per sostener la scalata
con la materia scrollata.
Fu proprio in quel dì 
di consacrata unione
del Gene spirituale
con il soma geniale
che vide luce
la vita sulla terra e,
da una magica tripletta,
nasceva la nostra casetta
di mattoni colorati
con arte intercalati.
Alla struttura cellulare
provvedeva l'entità nucleare
che prima si duplicava
poi si riproduceva
e infin nuova vita generava
con il DNA scrittore
e l'RNA vettore
a trasmettere il messaggio
all'organulo traduttore.
E' questa in sintesi
la favola della vita
lassù in alto creata
e solo per noi scritta
con inchiostro indelebile,
a noi resta la facoltà,
in tutta libertà,
di ben educare i figli
all'amore per la verità
da tramandare ai posteri
per il bene dell'umanità
 
dopo essersi sacrificato in croce per noi ed ecco “Il messaggio di Pasqua”...
 
Ai primordi della vita
fu la mente (Eva),
per la sua identità,
a prendere le distanze
dalla coscienza (Adamo)
nella sua universalità.
Venne poi il tempo
che proprio il Creatore
nel suo infinito Amore
si sacrificò in croce
(Albero della vita)
e ci donò la luce.
Resta a noi adesso,
in tutta libertà,
attingere il sapere
dall'albero della verità
(conoscenza del bene e del male)
per realizzare il sogno
del paradiso terrestre sin d'ora
all'alba della nuova aurora.
Solo così prevarrà, infin,
l'altruismo spirituale (Abele)
sull'egoismo materiale (Caino),
solo vuoto spaziale
nel suo limite temporale
e impareremo, perfin,
a disegnare l'anima
con l'inchiostro indelebile
dello spirito vitale
per cominciare a volare
verso orizzonti di luce
sulla via della pace
 
Questo è il vero significato della vita, di certo non nata per caso, ma da un mirabile impasto di elementi (la vita in sintesi)... 
 
La vita terrena originò
a bagnomaria sul brodo
primordiale e da sei elementi
in cottura sulla fiammella solare
si pervenne all'unità cellulare.
Il carbonio formò la mappatura,
l'azoto disegnò l'architettura,
il fosforo tramò l'impalcatura
e lo zolfo stabilizzò la struttura
sull'acqua con ponti disolfuro.
Dal minerale al vegetale
l'animale ritornò al naturale
con la sepoltura e nella madre
terra vi rimase l'ossatura
ma è tempo di rinascere
come splendida creatura
 
 

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