Scritto da © Poeskia - Sab, 14/06/2014 - 03:22
Stasera quando sono rientrata a casa c'era un profumo dolce di melone, talmente buono che se mi concentro lo sento ancora aleggiare nella stanza, anche se ormai sono entrata da dieci minuti. E' l'aspettato annuncio dell'arrivo dell'estate, anche se sono già due settimane che assaporo la fragranza di miliardi di fiorellini bianchi a stella che fioriscono proprio in questo periodo e avvolgono un lungo cancello che costeggia la strada tra casa e parcheggio. Avrei voglia di andare e venire, andare fermarmi e venire, fino a impazzire, con gli occhi chiusi per sentirne meglio le sfumature. E' uno di quegli odori che mi portano indietro, che mi ricordano qualcosa, come il rosmarino mi fa ripensare ai miei nonni, ma di questo non riesco a focalizzarne l'immagine lucida, il ricordo nitido e l'emozione in esso impressa; tuttavia mi regala sempre una sensazione di felicità, di speranza, come a dire si può ricominciare, di nuovo, anche da qui.
La luna è quasi piena e mi guarda dalla finestra, circondata da un'aura di luce così spessa che sembra grande il doppio e colora il cielo di blu scuro. Ho le mani appiccicose di gelato, la voglia di andare a sdraiarmi nel mio prato preferito e piangere perchè mi sento vuota, piangere fino a quando avrò pianto tanto da sentirmi vuota davvero. Ma stasera non voglio allontanarmi troppo, ed è strano perchè solitamente ho solo una gran voglia di scappare, da qualsiasi parte, purchè lontano, lontano. Fa comunque troppo caldo per fumare una sigaretta senza un filo d'aria, dentro una stanza d'aria sazia e velata di melone, così scendo nella piazza sotto casa e mi siedo sotto la statua al centro. La luna mi è di fronte, grossa, tonda, luminosa, giallina con una macchia che potrebbe ricordare la forma dell'America. Scappare. Sotto di lei un palazzo con tutte le persiane chiuse, tranne una, da cui si intravede la luce a intermittenza di uno zapping noioso e meccanico. Ogni cambio di canale è un flash dritto negli occhi. Mi chiedo quante delle mie notti insonni passate a scrivere sono stata io quella luce triste dalla finestra per qualcuno. Potrei essere al suo posto anche adesso, a fumare questa sigaretta sul divano, invece ho preso il coraggio e la porta, fuori si respira aria di pioggia, ma anche lei ha un odore diverso, più umido, quasi appiccicaticcio e quando inizia a cadere lo fa con una dolcezza imperdonabile. Continuo a respirare, più respiro più mi sento viva, sento sudare lo stomaco di strizza al sol pensiero. Scappare. Una sola parola è capace di strizzarmi lo stomaco, invadermi di paura e sedurmi così tanto, tanto da non farci solo un pensiero ma da non riuscire a smettere di pensarci. Continuo a respirare, l'arrivo dell'estate in tutti i suoi profumi, così dolci come meloni, avvolgenti come rincospermo e sudaticci come aria di pioggia.
La luna è quasi piena e mi guarda dalla finestra, circondata da un'aura di luce così spessa che sembra grande il doppio e colora il cielo di blu scuro. Ho le mani appiccicose di gelato, la voglia di andare a sdraiarmi nel mio prato preferito e piangere perchè mi sento vuota, piangere fino a quando avrò pianto tanto da sentirmi vuota davvero. Ma stasera non voglio allontanarmi troppo, ed è strano perchè solitamente ho solo una gran voglia di scappare, da qualsiasi parte, purchè lontano, lontano. Fa comunque troppo caldo per fumare una sigaretta senza un filo d'aria, dentro una stanza d'aria sazia e velata di melone, così scendo nella piazza sotto casa e mi siedo sotto la statua al centro. La luna mi è di fronte, grossa, tonda, luminosa, giallina con una macchia che potrebbe ricordare la forma dell'America. Scappare. Sotto di lei un palazzo con tutte le persiane chiuse, tranne una, da cui si intravede la luce a intermittenza di uno zapping noioso e meccanico. Ogni cambio di canale è un flash dritto negli occhi. Mi chiedo quante delle mie notti insonni passate a scrivere sono stata io quella luce triste dalla finestra per qualcuno. Potrei essere al suo posto anche adesso, a fumare questa sigaretta sul divano, invece ho preso il coraggio e la porta, fuori si respira aria di pioggia, ma anche lei ha un odore diverso, più umido, quasi appiccicaticcio e quando inizia a cadere lo fa con una dolcezza imperdonabile. Continuo a respirare, più respiro più mi sento viva, sento sudare lo stomaco di strizza al sol pensiero. Scappare. Una sola parola è capace di strizzarmi lo stomaco, invadermi di paura e sedurmi così tanto, tanto da non farci solo un pensiero ma da non riuscire a smettere di pensarci. Continuo a respirare, l'arrivo dell'estate in tutti i suoi profumi, così dolci come meloni, avvolgenti come rincospermo e sudaticci come aria di pioggia.
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