Coordinate T,P per un presepe

Il vuoto non si fece attendere
con tutte le meschinità che ci perdeva a rifilare le sue bassezze?
La scimmia non riposa mai, trasforma lo stomaco –dico la coscienza-
in una zolla di guerra, medio oriente insomma

dove scorrono carri armati e placidi consiglieri ammansiscono le nuvole

- all’ultima lotteria nessuno ha vinto,

la mano di bambina si è persa nell’urna, schizzata via -

sappiamo tutto dei cordoni internazionali

di come la rosa rossa si possa radicare nel deserto
anche il numero dei malati di Aids è previsto 
la probabilità è precisa e anche se parliamo in metafora

quello dei morti non cambia

 

il vuoto si affacciò ma non vide il tipo giusto da soddisfare in un bisogno
erano solo antichi ed il volto espressivo\ diagnostico invitava all’azione distruttiva
Nessuna cuffia-com’è possibile?
Nessuno dialogo con remote alterità -com’è possibile?
Nessun riconoscimento alla modernità- solo vaghe somiglianze col finto bohemienne-
francamente non sapeva dove piazzare tutti quei  tesori di falsi griffati
E poi, a togliere di bocca il sorriso, la meraviglia lo sguardo orientato alla stalla
Equivaleva a non farli respirare

e tanto valeva lavorarli ai fianchi  nella metropolitana
scostarli dagli zingari, piazzare un po’ di angoscia in un angolo di bar:

abbassare il volume dell’ascolto, far crescere il rumore del pregiudizio
sono sempre ciondoli vendibili, parola di vuoto!

 

Era questa in sostanza la merce nel sacco
Per un soffio, per  un aumento improvviso di pressione, 
per non guastare la cullina del Divin Gesù
Si rimandò a data da destinarsi
Rimase solo il sospetto che qualcosa fosse passato dell’alito cattivo 
- non sempre i detector funzionano a meraviglia quando si tratta di decenza-
negli avvallamenti, nel cielo fulminante, nello scendere dalle stelle
Una mazzetta, un inciucio, una corruttela 
La miscela di cemento armato in carta crespa e caffè.

 

franco\cripaf