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Amare Asl

Asl è parola potente, seconda a Dio nell’immaginario 
e bisogna credere dunque e vedere oltre gli infermieri 
il perdono 
ma qual è il peccato che l’Angelo lava? 
Cerco traccia nelle mie tasche. 
-Un momento signore! 
-Qualcuno ha scritto un biglietto per me 
Ricetta bianca di geriatra, tre fogli copiativi 
Segue l’elenco dei peccati. Ma che nomi sono? 
C’è scritto come distinguere chi non deambula da chi è seduto? 
 
Ah, un angelo irreale risolve questioni sottili 
ma non è detto, non è proprio così 
-Si stendono scale con la naturalità dei gironi- 
Intravedo speranze oltre i muri, all’ultimo piano c’è qualcuno 
che sa di Lete, potrà dire l’ultima per salire in cielo 
 
La turnazione è concetto moderno e poi ci sono le commissioni a dirimere 
Questioni di ossa e scricchiolii di femorali 
e ci vuole un tempo eterno per stabilire se la cartilagine abbandona il ginocchio 
Contare fino all’ultima molecola è compito di questo ufficio 
Tutta la storia va dunque trasformata in relazione 
Barrare caselle, stilare un permesso da esibire, 
alleviare pene 
In fin dei conti tutto è riassunto in un comma 
e bisogna ridiscendere le scale per purificare l’errore. 
 
-Signore, non è più qui l’ufficio. 
A febbraio è volato via come un cormorano. Troppo caldo da sopportare 
Nemmeno più mormore tra gli scaffali. Ed il suo corpo intorpidito è volato altrove. 
 
Anche i cartelli parlano il linguaggio di dio 
e sanno il verbo degli algoritmi 
Un dio impersonale abita l’Asl e muove braccia enormi 
in un ufficio centrale, qui solo proclami e avvisi 
Bisognerà lavare l’impazienza e risalire e fidarsi della modernità 
 
Non c’è solo carta dunque dietro l’inchiostro 
C’è un pensiero immenso che opera senza esporsi al supplizio 
tra gli scaffali, nei badge, nei volti di pietra e nel viavai di rappresentanti 
 
Girare l’angolo, riprendere fiato tra gli altri vettori nel campo di Bari 
ed io soltanto una piccola palla che perde energia nei rimbalzi su strade. 
Senza grazia, naturalmente. 
 
cripaf

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