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I tre vassoi

.
L’uno è solitario
ma quando il secondo scatta
corre voce che sempre sia seguito
dal successivo tre.
 
Non c’è due senza tre
il motto dice
come le occasioni
che sono state date a te.
 
Infatti a volte nella vita
visto che siamo un po’ maldestri
quando saltiamo l’opportunità
il Cielo ci sorride con la seconda possibilità.
 
Sarebbe meglio però evitare di pensare
che siano strade senza fine
se poi non si vuol fare
la fine che è toccata a te.
 
Tre sono i vassoi
argento e bene dentro
che uno dopo l’altro
ti sono passati accanto.
 
Ma invece d’afferrare
di gentilezza i doni
gli hai mollato un pugno sotto
senza la benché minima spiegazione.
 
E visto che non conosci l’alternativa al motto
col tre si chiude il giro
non ti rimane allora che contare gocce e attese
sul pavimento e il latte.
 
tiziana mignosa
dicembre 2009
 
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Certificato di vita continua

Nell’ostrica del calendario
la perla dell’oggi è un monile fragile da portare.
 
Forse nel trascorrere
compare una qualunque scaglia di timore
e sei avendo il tempo di crederci
o non sei nello stesso esserci.
 
Vivere è comparire almeno una volta nell'anagrafe comunale
 
in un libro
di cui sei foglio incompleto.
 
Così rido scrivendo nella stessa pagina
finchè potrà uno spazio il riso
poi che niente è dato cancellare
quando c’è un visto.

2009

Muore il 2009
facendo scivolare
i ricordi nella notte
dove il tempo è sempre breve.
Un anno diverso
dove son cadute le speranze
ad ogni tramonto
e dove le stelle
hanno fatto solo promesse
ai desideri.
Muore il 2009
che ogni mattino offriva illusioni
portate dalla luce dell’aurora

Muore il 2009
mentre scrivo emozioni
che forse non saranno lette
ma muore regalandomi un sorriso
e annunciandomi l'arrivo
di sogni irrisolti
rimasti ad aspettare

Franco

Un anno nuovo

Mi sveglio
e un nuovo anno è davanti a me
orizzonte chiaro di ali leggere
su onde baciate dal sole
un caldo sospiro nel cuore
un palpito mi solleva dal baratro
verso di te
un cielo limpido
in questi occhi miei
riflessi nei tuoi
e sono viva ancora
in questo fervente bagliore.

Sono farfalla

 
Sono farfalla inchiodata
e tu il collezionista
che l'ha impalata.
Provi e riprovi
a schiodarmi dal cuore
ma vedi caro, dolce amore
non lo permetterò mai.

Cuori Lasciati soli nella tempesta

Sintesi che eternamente mi lasciano il sentore del non finito, del calo di zuccheri nelle idee..
salpa con il mio freddo e vedrai il sole d'inverno amica del mio cuore.
Il destino d'amore
intreccia le redini
le strenne di Natale
i cappotti blù
le cioccolate calde.
Mistero e Natività avvengono,
si susseguono continui
tra una guerra ed una pace
un martire nuovo da onorare
un credo da osservare
un panettone da mangiare
Maria Santa Madre di Gesù
salvaci dal percorrere la triste salita del nostro calvario d'amore.

Aghi di Ghiaccio, Cuore d'Azzurro

 
Stanche di sconfitta,
le ombre dei giorni
indossano pensieri
di luce vergine,
stesi sulla neve fresca,
che, a dicembre,
attende ancora
comete senza tempo,
a tracciare la vita
mentre grida il suo bianco,
l'inverno che corre.
 
Angeli o fantasmi,
la voglia di mistero
ricama i sogni più strani,
dov'è curvo l'orizzonte.

.piovendo, raccolgo fiumi di peccato. (piccola suite di solite pallide tenerezze)

Yellow One Stampa artistica
game over - theo den boon
 
le voragini si aprono
segnando il suolo del passato
non potrò sognarti più nel nostro vento
ma resterà di te la scia profumata del tuo miglior sudore
nelle cantine oscure del mio petto che urla la magia della tenerezza
 
amo la piega amabile delle tue labbra
ogni volta che mi racconti gli abbracci della vita
amo il colore ambiguo e volubile
della semplicità dei tuoi occhi
negli sguardi del mattino
mentre rilanciano il primo vero e sicuro raggio
amo le dita da pianista infaticabile
nei concerti tenuti sulla mia pelle
infuocata del desiderio
amo le fragranze delle parole
e le magie del tuo ultimo destino
e le canzoni che sai stringere al battito
di tutti i vortici del cuore
amo l’imperfezione di un neo sul tuo seno
e le curve fascinose dei tuoi fianchi
amo l’amore
che metti per restituire all’ordine le cose
i vuoti che solo tu sai riempire
e i pieni che hanno bisogno di leggerezza
amo il tocco lieve della bocca che bacia
i denti che nella passione
diventano aguzzi e pericolosi
il sapore del nostro sangue
che a volte succhiamo golosi di noi
amo la cadenza dei tuoi passi
che risuonano sulle pietre
delle strade che percorriamo
e la mano che cerca la mia
e la vicinanza dei respiri
amo il tempo quando decide di fermarsi
per permettere di finire tutti i nostri racconti
amo la ferita che ti abbellisce il ventre
il desiderio di sfiorarla
per raccoglierne tutti gli umori
per sentirla davvero mia infinitamente mia
amo l’odore delle tue fiamme
e tutte le gocce del tuo personale fiume
le soluzioni a tutti i problemi
le gioie ed i dolori e le notti di paura
amo ogni piega e tutte le ombre
i sogni che si mostrano negli abbracci
senza fine
e la fine di tutti i sogni e gli incubi
amo il modo tutto tuo di afferrare il coltello
e di come tieni la pistola nei giochi dell’amore
le tue confessioni le sconfitte le vittorie
amo la manica del pigiama a strisce
le scollature vertiginose degli abiti da sera
le scarpe col tacco dodici
e le mutandine con gli strass
doni della luce
amo il tuo sapore che cerco ogni volta
le onde della tua misteriosa luna
le strade che portano al tuo massimo piacere
amo il canto della meraviglia
e la serenità disturbata da una frase cattiva
amo il tuo unico difetto e tutti i pregi
mentre mi racconti dei vecchi amori
mentre mi stai già raccontando di quelli nuovi
amo il tempo sereno ma anche la tempesta
e il vortice del nulla che arriva sempre puntuale
amo le tante promesse mantenute
e quelle che abbiamo voluto violare
ed amo l’ultimo buongiorno
l’ultima buonanotte
amo l’addio
 
le voragini si aprono
nel forte rumore della lontananza
non potrò più raccontarti delle mie speranze
che racchiuderò in un’urna come ceneri da spargere
nel primo minuto di luce di questo nuovo tempo da donare al mare

Il canto di Natale

Tra capanne
e tende in festa
divertita
una folla assiste

Alla natura
nata da note
d’anno spettacolo
solito e suonano

Giuseppe il flauto
Paolo il violino
danzan con mosse
Marta e Maria

Nessun si sente
e dormono bimbi
solo Natale
sul palco canta

 

Quanta verità sopporti.

Vorrei dipingermi – a fresco
un mare aperto negli occhi
oppure un deserto infinito.
Viaggiarli con la mente
senza sentire, percepire
i limitrofi viandanti.
Appartarsi a rovistare trovare
nell'angusto o grande spazio
dell'anima insommessa
quanta verità sopporti
quanta luce portarvi
senza bruciarne i lembi.
Perché in questo fluire
di nebbia o sabbia
che è venuto o viene
contorna plasma corrompe
ogni speranza
possa diventar diverso il fato
che ora invece m'acceca
come guardare il sole.
 

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