Scritto da © amun - Ven, 07/02/2014 - 09:43
Demmo le spalle alla scaturigine
dimenticando d’esserne propaggine.
Figli snaturati
Tutto questo annaspare di gomiti tra gomiti,
tutta questa inculata a trenino pista-circolare,
tutto questo deserto spaventoso, trafitto da antenne giganti e popolato da scimmie col telefonino,
tutto questo irrefrenabile delirio di onnipotenza sorretto da alibi di alibi d’impotenza;
come mi sembrate lontani da qui, sospetto che non ci rivedremo mai più.
Mi sembrò di entrare nel campo degli “zingari nel bosco”. Ad Avalon pioveva ma quell’arcobaleno di gente non sembrava curarsene: seguitarono scalzi nel fango.
Ho smesso gli anfibi
e le parole aspre,
la serpe in seno,
la sacrosanta guerra:
scalzo,sento il rigoglío della terra,
levo al cielo occhi mistici.
C’è e si disvela in volo. Il tuo volo incosciente verso l’indefinito. Una consapevole necessità che dispiega le ali sul precipizio.
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