Scritto da © Sara Cristofori - Mer, 21/12/2011 - 09:33
Che i pontefici del Quattrocento non fossero tutti di specchiata moralità, è noto. Ma su questa scherzosa poesia di gusto "popolare" le "perdonanze", cioè le indulgenze dei Papi, da loro cpncesse in particolari ricorrenze, divengono un pretesto di seduzione per l'innamorato. A quale paradiso lui sospiri, lo sappiamo bene.
G. Davico Bonino
La prediletta del Papa
Se io potessi far, fanciulla bella,
la tela che tu tessi farei d'oro,
et d'arïentofarei le cannella
et lo scoletto che metti al laoro:
et di cristallo farei la panchetta,
quella dove tu siedi, o fanciulletta.
Quando nascesti, o fior del paradiso,
fosti portata a Roma a battezzare,
e 'l papa quando ti scoperse il viso,
chiese di grazia d'esser tuo compare,
e la tua madre, grazïosa e bella,
ti pose nome Dïana stella.
Il papa gli ha donato quarant'anni
di perdonanza a chi ti può guardare,
centosessanta a chi ti tocca i panni,
di pena e colpa; e chi ti può parlare
e chi ti bacia, o cara, el tuo bel viso,
in carne e in ossa ne va in paradiso.
("Il tesoro della poesia italiana. Dalle origini al Cnquecento")
("Poesie d'amore per un anno" - Ed. Einaudi)
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