Scritto da © Eleonora Callegari - Lun, 12/12/2016 - 21:57
Dicembre è sconosciuto
incede con passi senz'orma
che non già di neve
è la sua strada erbosa
ancora non frusta il vento
l'albero ossuto
ancora l'oro di una foglia
e un'altra e un'altra
ostinate s'attardano
ad un filo appese.
Non vidi le penne rosse
del gaio uccelletto
ma spesso la coltre fumosa
trascinare a terra pallide luci.
Dicembre si confonde
tra vecchi panciuti
di bianco pizzuti
di rosso vestiti
nell'onda verde dei pini
migrati dai monti
in cerca di luci.
Dicembre inebria
con sentore d'arancia
dolci speziati
zenzero e cannella
resine e fiammelle.
Come d'uso si commuove
alla pura meraviglia
di occhi innocenti.
Si arrabatta tra
pacchi e pacchetti
slitte angeli e comete
cori e canzonette.
Poi, egro, nell'ultima notte
trascina il carro del passato
sotto una pioggia di fuoco
tra schiocchi e scintille
sull'orlo d'un brindisi
se ne va nel delirio
d'un fiocco di neve.
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