Scritto da © Eleonora Callegari - Lun, 15/02/2016 - 18:31
Spenta l'ultima eco della festa
riposti velluti e piume
il silenzio mette la sua bauta
veste le sete del buio
che struscia le pietre
profanate da colorate stelle.
Piano nasce il canto salino
dalle sinuose spire
molli d'acqua scura
ondeggiano i neri gusci
dal braccio dentato
la nenia lacrima
sui leoni di pietra
e il cielo in coro di gocce
dolce sinfonia
compagna gli ori
bruniti nella notte.
E domani sarà
un giorno qualunque
di ordinaria bellezza
a Venezia.
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