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Perenne l'anelito

Partì
                quel giorno
le caviglie affondò nel viaggio
la testa nella prospettiva di strade
infinite,
bagaglio da pezzente ai piedi
vortici di polvere e foglie
fra ciglia e pensieri
 
un miraggio tremante
alimentò i suoi giorni
nutrì di veleni dolcissimi
vene e pupille.
Battevano i polsi al ritmo
di onde
di fortunali improvvisi
d'improvvise schiarite...
...correnti
d'alghe e di pesci
disegnarono i suoi desideri,
ciottoli trovò sulle rive
e frammenti di vetro politi,
conchiglie come orecchi di lattanti
a raccogliere infinità di sussurri,
brontolii di tritoni
malìe di canzoni
da gole azzurre
di sirene
 
(petali rosa e soffioni
vorrei spargere sui tuoi pensieri
 
umori freschi di primavera
oh, come vorrei
penetrassero le fibre
del tuo essere
            così scabro,
irto di giorni
senza giustificazione
senza perdono)
 
 
         …
 
anni passarono
e abbacinanti estati
 
 mattinate d'autunno,
fatte per morire dentro,
 
 e notti,
sulle quali scrivere
con frammenti di gesso
spirali di storie e ritorni.
 
Perenne l'anelito alla levità
di semplici gioie.
 

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