Scritto da © Greta Leder - Mar, 19/10/2010 - 15:38
Ti ho lasciato in quell'albergo di periferia, non era nemmeno sera quando ho chiuso la porta dietro di me. Tu mi parlavi di un amore finito, di una decisione da prendere, di una vita da rifare; ma io me ne sono andata, avevo le tasche piene di sassi e la bocca arida di sabbia. Sono uscita a passo svelto, fuori pioveva, si sentiva una sirena morire lontana, la strada era sporca, non c'era nessuno e io ti pensavo, là nella tua stanza, solo, magari ora bevevi, o ti masturbavi o guardavi stupidi programmi alla televisione.
Poi sono entrata in un locale, forse un pub. C'era puzza di chiuso e di vecchio, al bancone una donna grassa maneggiava uno straccio lurido, una lampadina al neon lampeggiava crepitando, come una lucciola malata di cancro.
- Una media - dissi biascicando.
Troppo calda, la lascio sul bancone, pago, esco, accendo un sigaretta.
La mia mente è altrove, io sono altrove, il mio corpo è spento, la mia anima rattrappita.
Me ne sono andata, fuori ho visto che la luce della tua stanza era ancora accesa. Volevo tornare da te... voglio tornare da te.
Busso.
Mi apri?
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