Scritto da © Nievdinessuno - Sab, 02/04/2016 - 15:20
Da una piccola finestra
le sbarre non sono distanti
dai colori di farfalle
che non sciano più nel vento
né lungo al mio ventre, brillano
come una dolce nota, insana
o forse schietta lirica, assorta
oltre l’istante in cui tutto è una volatile cura.
In mente disegni e forme,
muse di un focolare lontano
scintillano a solo
e la notte è piegata come una pertica
ai legacci di pareti più grandi,
e ancora
risuona una voce
sommersa nei sogni,
ne coltiva il sonno
poi risale
uno scaltro suono
appostato sul vuoto.
le sbarre non sono distanti
dai colori di farfalle
che non sciano più nel vento
né lungo al mio ventre, brillano
come una dolce nota, insana
o forse schietta lirica, assorta
oltre l’istante in cui tutto è una volatile cura.
In mente disegni e forme,
muse di un focolare lontano
scintillano a solo
e la notte è piegata come una pertica
ai legacci di pareti più grandi,
e ancora
risuona una voce
sommersa nei sogni,
ne coltiva il sonno
poi risale
uno scaltro suono
appostato sul vuoto.
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