Scritto da © Peppe Cassese - Mer, 04/10/2017 - 07:52
Cominciare a scoprire
e soffiare sul fuoco
per portare fretta alla morte.
Tutto ciò che vive dentro è seme.
Volumi teneri spianano attentamente
le ombre fluttuanti
e la luce della terza donna
ferma sul ponte dell'infamia
cerca le prime foglie di maggio.
Qui una mano
e il suo calvario
hanno distrutto duecento preghiere nere
e il dio dei sogni
non sa dare che sogni
come l'uomo di Kent.
La piccola capanna di vetro
somiglia al mantello
rappreso dal dubbio
e non ha freddo e si scalda
col sale e col denaro.
Coi soldi truccati
prende uno scialle d'oriente
e lo mostra fiera
alle sue compagne vicine
con la ricchezza delle voci scontate.
Rotolare e cadere…
rotolare e salire…
rotolare e perdere...
Anche una notte amata
ridotta a sola carne e odiata
è follia conquistata.
Anche una follia amara
irriconoscibile nel canto e nella storia
che ama ripetersi
è donna.
Piange l'anima irrimediabilmente
e intorno ridono i fiori.
Sente la fretta del tempo
e l'incosciente maturità dei frutti
si rivolta nel ferro donato
e non sa che giocare.
Dire no è poco
e niente.
Dire niente
è semplicemente la via giusta
e il modo di dormire protetto.
Anche il dio degli Egizi
si perdeva sulle colonne
e sulle labbra dei sacerdoti.
Tutmosi rivelava segreti contorti
ed era intento a scavare
Iside era la luna.
Di là del mondo di vetro e di cemento
continue voci soffocate scommettono
e la forza di un bimbo incatena universi.
Di qua una vita scontata
una mano che apparecchia il solito rito
un piatto vuoto al domani.
E' LA SOLITA PAURA DEL VERME
e soffiare sul fuoco
per portare fretta alla morte.
Tutto ciò che vive dentro è seme.
Volumi teneri spianano attentamente
le ombre fluttuanti
e la luce della terza donna
ferma sul ponte dell'infamia
cerca le prime foglie di maggio.
Qui una mano
e il suo calvario
hanno distrutto duecento preghiere nere
e il dio dei sogni
non sa dare che sogni
come l'uomo di Kent.
La piccola capanna di vetro
somiglia al mantello
rappreso dal dubbio
e non ha freddo e si scalda
col sale e col denaro.
Coi soldi truccati
prende uno scialle d'oriente
e lo mostra fiera
alle sue compagne vicine
con la ricchezza delle voci scontate.
Rotolare e cadere…
rotolare e salire…
rotolare e perdere...
Anche una notte amata
ridotta a sola carne e odiata
è follia conquistata.
Anche una follia amara
irriconoscibile nel canto e nella storia
che ama ripetersi
è donna.
Piange l'anima irrimediabilmente
e intorno ridono i fiori.
Sente la fretta del tempo
e l'incosciente maturità dei frutti
si rivolta nel ferro donato
e non sa che giocare.
Dire no è poco
e niente.
Dire niente
è semplicemente la via giusta
e il modo di dormire protetto.
Anche il dio degli Egizi
si perdeva sulle colonne
e sulle labbra dei sacerdoti.
Tutmosi rivelava segreti contorti
ed era intento a scavare
Iside era la luna.
Di là del mondo di vetro e di cemento
continue voci soffocate scommettono
e la forza di un bimbo incatena universi.
Di qua una vita scontata
una mano che apparecchia il solito rito
un piatto vuoto al domani.
E' LA SOLITA PAURA DEL VERME
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