Scritto da © woodenship - Dom, 21/07/2019 - 15:12
La danza dei secoli è spettacolo
di boschi, di piante abbarbicate ai colli;
all'apparenza immobile, ogni giorno
si offre godimento alla vista, draghi
vaporosi sfilacciando in cielo, fiammanti
vespri a che, il cuore, ne senta ritmo
ed il cervello a crederci si ingegni
ch'è miracolo.
Ma il turbinare d'ambizioni duole
come e più che sempre accecando: teso
vortice dallo strider di lama, oltre
esilità di rami denudante,
a vuoto va d'intese in aria ferma
denti digrignando vanesia. Agita
dal boscaiolo, ceppi gli acconsente
nell' affannarsi a potare, a tagliare
infliggendo moncherini pure al ciliegio.
Chè poi meglio ricrescono, si dice,
fioritura aspettando e ronzii d'api
...a meno che non sia furia scriteriata
di bufera a scritturarne a tappeto gli alberi
per la messa in scena di una tragedia.
Letale arrangiandoci melodia coi tronchi scossi
e divelti: già che, sgrossandoli, infine ululando
rincorre a diffonderci deserto dilavato per monti
dalle rotte di vento sibilanti d'oracolo.
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