Scritto da © woodenship - Dom, 05/05/2019 - 16:36
Può un sonetto averci d'agro un etto
liquido di lucciole, alto e contorto
d'anima di jazz, se del clarinetto
il trillo si fa agrodolce a conforto.
Sì che, sussurrar di spazzole, raschiar
nel feeling della melodia sottesi
suoni nella mente: il lasciarsi andar
sinuosi, nell'ancheggiare compresi.
Chè densa ed espansa ne salga voce
di Lady Day*, stella in cielo, canto
mestizia appesa a strani frutti: atroce
nella notte vecchia grattugia pianto
secco, con l'assolo di sax feroce
che s'aggomitola stormir d'elianto.
*Billie Holiday, cantante jazz tra le più grandi.
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