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Freddo-notte

Nessuno ha il tempo di congelare il suono
ed è baccano sulla porta lucida
del silenzio di questo freddo-notte

Cancella tutti gli alibi e quest'effetto fata
esplodi, o sole denso dalle mani sporche
e facci fuori tutti, senza distinzioni
siamo i tuoi inquilini peggiori, facci fuori.

Il vuoto si confonde con le menti,
i baci, i corpi, il peso del petrolio
sul cielo ormai appassito
e le sue chiazze chimiche.

Seduti sulle pareti lisce
di quest'alambicco
scivoliamo nella tua bocca,
freddo-notte.

Le ossa trasuderanno il vino
non ancora smaltito
e sentirò i tacchi spezzati
delle donne che ho tradito.

A testa alta

Me ne vado a testa alta
con in mano un retino per farfalle
ad acchiappare
l'infinito.

Alieni

- Aita! Aita! Aita! - Sibilava con tono stridulo lo speaker, mentre schiacciava il pulsante che diffondeva un suono lacerante all’interno dei vari scompartimenti del veicolo. Corsero tutti in sala comando e davanti al monitor e videro la sagoma inconfondibile dello scafandro di un loro Combat, erano in attesa del rientro di uno scout, avanzare faticosamente, dirigendo verso il lato del portello di accesso per rientrare. Il più elevato in grado, C15.98, l’aveva esplicitamente inciso sul pettorale metallico, strillò: -Alla camera di pressurizzazione e attivare la decontaminazione.- Rapidamente, con un risucchio, l’aria fu sottratta dalla hall di ingresso del velivolo e il portellone si aprì. Seguirono momenti concitati, il nuovo venuto non pareva a suo agio nel salire nel carro, girava il capo da una parte all’altra quasi a cercare cosa fare. I Combat seguivano sul monitor del circuito chiuso tutti i suoi movimenti. Lo videro , una volta dentro, scagliarsi con violenza inaudita, contro un pannello comando dai pulsanti di molti colori, colpire all’impazzata distruttivamente, mentre il panico si stava impadronendo di loro. Sentirono aprirsi tutte le porte di accesso tra i vari locali e annichilendo, senza accennare neppure ad una minima reazione, si cercavano un riparo tra le attrezzature e le suppellettili, mentre si avvicinava l'energumeno che dalla apparizione sullo schermo, ora gli era di fronte. Di statura non superiore alla loro, brandendo un'arma da taglio enorme, si avventò sul più prossimo, lo afferrò e con un colpo solo, lo squarciò. Con la pelle che cangiava colore in continuazione, le pinne dorsali erette inutilmente minacciose, tra strilli, soffi, sibili, gli aggrediti correvano si urtavano, cadevano e si rialzavano, copiosamente mingendo e defecando incontinenti, caddero tutti sotto i colpi dell’alieno.

fegato

regge una vita
spugna
 urta sugli spasmi,
è nobile
se non ha bile,
e in un mare di nepente
 s'indurisce
negandosi. 

Dove mai ti vide un uomo così? [...]

A bussarti 
nel tuo guardare
come sulle finestre di una estate
una nuova, che acceca ogni frase
sarei privo di talento
- buffoneggiando un cardellino o un'upupa, per essere più d'èlite -
 
così navigo d'attorno
incerando i sensi alle sirene
cordata alle mie smorfie giulive
e salvarti
da tempeste irragionevoli d'orsa.
 
A velarti
certe nicchie in disavanzo
per il grado ottimale
delle lune al viso
e disperdere tra meridiani sciocchi
le schiene d'ogni postura
- distratto dalla scelleratezza beota di chi non mastica cicuta a iosa -
 
così presto la superficie specchiante
del disamore
alla mercè di tanto ingenuo
ammaliare
che si rinnova nel volteggio
delle pencole 
quando sbuffi un nuovo pensiero
e di luce ti fai tanta da morirmi... 

Come tra i panni spogli

Tornerà la triplice arsura di mistral
giù per gl’intonaci di sabbia
sui dorsi dei delfini e nelle gole dei gabbiani.
 
Sarà gobba la rotta inamovibile
per i flussi del nome perso: che gran bere ai ritorni sulle labbra del migrante,

Così a sera

Terra
Ci sarà un giorno, in questa terra di mezzo che si distende tra il sogno e la realtà, in cui ogni mio e tuo desiderio sarà realizzato. E allora non ci sarà più questa striscia nella terra di mezzo che separa il tuo corpo dal mio. I pensieri come i respiri troveranno il modo di congiungersi contemporaneamente e diverranno pelle occhi e mani di due stelle nel cielo.

Calma turbolenta

.
Tutti di te vedono soltanto
la compattezza che il tuo corpo mostra
ma nessuno sa di quando
come elastico ormai stanco
la tua interiorità si tende ancora.
 
Peregrini dello stesso imbarco
i tuoi sorrisi mietono
tappeti d’erba profumata e fiori gialli al sole
passi ignari sulla lava della mescolanza
turbolenta calma della terra senza albore.
 
Grida sotterranee
che solo tu puoi udire
quando ogni sezione
tendendoti di brutto in ogni direzione
vuole ed urla la sua ragione.
 
Desiderio e senno
si fanno aria intorno
quando il cuore batte ancora dove è morto il viale
il corpo vuole e se ne ride delle attese
ma la ragione t’inchioda sulle vie tracciate.
 
E mentre la chiave cerchi per fuggire
ti ritrovi in piena notte al centro del tuo giorno
cemento sulle scarpe al bivio
sofferte scelte
prima dell’arrivo.
 
Rotatoria sulla scissione maledetta
dove si ramifica  il tormento
ma è sfera che nell’asta si sublima
attrito che dalla terra
genera la Luce di una nuova stella.
 
tiziana mignosa
novembre 2009
 

caravella in dieta vola

"Solo nel momento che non ci sarai più 
io guarderò attental'azzurro cielo.
mi fermerò lassù e nello sguardo ti rivedrò
Ogni virgola di verde sarai di nuovo tu,
il senso caldo del sole
come un dito lieve che mi sfiora il viso,
ho deciso metterò ancora e poi ancora
in ogni respiro il pieno finché vita ti riavrò e oltre.
Sforbiciando a zig zag le distanze oh mia gioiosa musa
 nenie con te presente canterò,
io a te tu a me per sempre
perché sei come la polvere impalpabile,
 un granello invisibile.
entri nei miei occhi
e spremendo nostalgica speme mi fai piangere.
Navigando sull'alba conserverò nell'alito del vento del tuo sorriso l'ombra.
Ma ridi nella penombra luce
sei e sarai 
non perderò quei fotogrammi della luna d'estate impressi sull'indaco.
Dipingerò il viaggio blu notturno
astri che seguono astri nel firmamento,
consumerò l'emozione nel salario del giusto 
per arrivare alla metà senza zavorra, libera.
Ali bilanciate sventolano in prossimità di lidi,
sono salita sulla stadera, agile, senza peso,
faccio uno scatto discreto
equilibrio nel tempo che mi resta leggero slalom 
si sorrido mentre sorvolo l'immenso."

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