Nel giorno della commemorazione dei defunti - Io le foto non le guardo
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Quando passeggio nei tuoi silenzi.
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andante con colla vinilica, cinema d’annata ed alcune prospettive d’altro leso futuro
pornokrates, 1878 - félicien rops
vado
via col vento
cercando di centrare
il centro esatto del tempo che rimane
che ha forma di destino a mix di temporali
nel sogno di un letto sfatto e della tua buona pelle
che odora della stravaganza dei petali del tuo miglior mistero
nel sangue della follia di questi giorni destinati alla ricchezza del killer
giù verso i baratri della totale subdola distanza del sole
dove conto i minuti che rimangono nella tenerezza
vado
solo nel fuoco
nelle vesti del soldato
precipitando nel solito vortice
dei tuoi seni dai grandi capezzoli scuri
duri pugnali per le mille ferite disseminate nel mio mondo
che è mondo complesso di labirinti e mostri e disastri di soluzioni
ma che sa donare tutti gli istanti del tuo movimento di attrazione e ferocia
nei denti che scintillano e colpiscono così bene nell’affondo
nella distesa della mia feconda e suprema ultima resa
vado
nei tuoi abbracci
elencandoti tutti i desideri
uno ad uno mostrando la validità del perdersi
mentre cerco l’anima nel triangolo infernale del tuo inguine
salvandomi soltanto per queste labbra indemoniate che si nutrono di te
nelle gocce di questo tuo miele che distilli di brace come liquore per gli dei
della lingua che scava nelle pieghe della più regale delle mie voglie
provando di sacralità ogni volta questa specialità di morte
nello stupore mai confuso del più morbido risorgere
- Blog di giuseppe pittà
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Lieve di canto
Frale di vano amore
vive nel colmo di due ali al cielo
il verso e il canto
Ultima nota che vibra
quel tuo silenzio spento
tra le rime dell'anima.
A.M. 2 Novembre 2009
- Blog di DivinaFollia
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Non è l’ora buona questa per vivere un nuovo giorno.
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L’Uomo in blu / 2
- Ecco l’isola della Sardegna! ...ecco il Tirreno! ...la costa italiana! ...Napoli non si vede laggiù a destra! ...ed ecco, questa quì sotto è proprio Roma!
L’aereo argentino scese sulla pista come un grosso uccellaccio, ad ali aperte e il becco a scavare il solco dell’estrema rotta. Riportava in Patria un espatriato partito anni fa in disperata ricerca di fortuna nell’eldorado d’America. Riportava un uomo con dentro un’ansia rinnovata di superazione e di gloria, un uomo ricco di tante amare sconfitte subite a denti stretti, ma mai battuto. Era andato via con un povero bagaglio a mano, tornava con qualcosa di molto prezioso: un figlio. Un pezzo di cuore ardente. Un "crack", uno che sapeva portare palla, dribblare, calciare di destro e di sinistro e fare gooool! Tanti gol, decine e decine di gol! Un Maradona II, ecco!..
Misero piede a terra, e l’uomo in blu volle prostrarsi a baciare quel suolo per lui sacro. Il figlio gli rimase in piedi, imbarazzato tra le occhiate, con le due borse sulla spalla. Attraversarono la dogana come stranieri, come extracomunitari, così come alcuni africani, una mezza dozzina di arabi, tre o quattro cinesi, due indios ed un apolide. Il cognome italianissimo dell’uomo in blu per l’agente di guardia al casello non contava un centesimo d’euro. Inutile il battibecco patriotardo, una perdita di tempo e basta. Così dovettero correre con le valigie in mano per cercare di prendere il treno locale che li avrebbe portati alla stazione Termini.
Correre con quel peso non era un compito facile. L’uomo in blu cominciò a sudare e poi ad ansare, sbuffando e schizzando saliva.
- Blog di Vittorio Fioravanti
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Se
Lirica di Vittorio Fioravanti
dedicata ad Irmgard Barth
* Stoccarda, 6 aprile 1934
+ Stoccarda, 31 ottobre 1996
Se non t’avessi incontrata
Se in quell’ora
in quell’angolo
ci fossimo passati accanto
senza sfiorarci
Se non t’avessi seguita
Sarebbe bastato un gesto
e t’avrei sorpassata
me ne sarei andato via
da un’altra parte
Se non m’avessi risposto
Se le tue parole
si fossero disperse nell’aria
ed io non t’avessi capito
Se non ci fossimo conosciuti
Se quell’ora fosse trascorsa
senza comprenderci
Se ci fosse subito stato
appena un addio
Se non avessi visto nascere
quel tuo strano sorriso
il tuo sguardo nel mio
le tue mani tra le mie dita
Se non avessimo confuso
quei nostri respiri
Se non t’avessi incontrata
Se
Novembre 1996
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Odo sogna
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buon compleanno Mara
Rieccomi a cercare di scrivere i miei sentimenti verso di te, di farti sentire tutto l'amore che ho per te.
Diciotto anni fa ancora non ti avevo abbracciata, non ti avevo nemmeno vista, solo un vuoto grande dentro me, mi sentivo derubata e sola, già mi mancavi.
Mara, quante volte hai voluto sapere della tua nascita, i primi filmati, quel tuo arrivare all'improvviso, lo scompiglio e la mia paura.
Ricordo tutto sai?
Quel 31 ottobre era un giovedì freddo e piovoso, ricordo che stavo male, pressione alta, lo sai che la tua gestazione è stata sempre a rischio, tanta è stata la paura di non poter arrivare alla fine, paura di andare incontro a un'eclampsia
La rottura delle membrane mi ha colto all'improvviso, non era così che doveva andare, e non così presto!
Durante il tragitto verso ospedale pensavo a una mia collega, ricordando un aneddoto poco simpatico, non ridere, ma veramente per me era un incubo.
Vilma era nata il 2 novembre, come consuetudine di reparto in queste date si regalavano dei fiori, peccato che la caposala arrivò un con un enorme vaso colmo di crisantemi!
La festeggiata scoppiò a piangere e a urlare, a nulla servì rassicurarla del fatto che in Giappone era il fiore dell'amore, Vilma continuò tutto il giorno a singhiozzare disperatamente.
Ecco io non volevo farti nascere il 2 Novembre!
O prima o dopo, questo era garantito.
Per tutta la notte abbiamo parlato in silenzio io e te, cercavo di aiutarti ma il mio corpo non voleva lasciarti uscire, geloso e possessivo ti voleva per sempre dentro di se.
Alla fine stremata e delusa mi arrendevo al secondo taglio cesareo. Leggi tutto »
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un soffio e poca carne
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