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blog di Antonio Ragone

Una considerazione: ma dove si parla la lingua italiana?

Filastrocca della luna piena

E stanno tutti ad aspettarmi
Lungo il margine del fiume
C’è la luna, c’è la luna
Che stanotte è luna piena.
Cercherò d’esser presente
Come sempre in questa notte
Voi che state ad aspettarmi

Una estiva canzone giovanile

"Giorni sul lungomare insieme a te
e l’afa mi scende lungo l’anima
di sudore bagnata fino al profondo
fino al centro del suo mondo,
non c’è più posto se non travasi
la ciotola già da tempo camminando

Tragica dissonanza

… e io sento il bisogno di tuffarmi
nuotare senza mai fermarmi
 
Tutto m’appare un orologio fermo
Sempre sulla stessa ora
Monotona e grigia
 
Oh la rete - non quella del mare
Ove ancora e sempre sereno mi rifletto

L'ultima poesia

Durante una delle mie tante escursioni sopra i monti, tra alcuni cespugli di more, mentre una continua pioggerella mi bagnava, notai un piccolo pezzo di carta d'un quaderno a quadretti.

I morti non vanno via

Un giorno - forse era un pomeriggio torrido d'estate - non sapevo cosa fare e, per caso, mi trovai tra le mani un dizionario della lingua italiana. Lo sfogliai senza alcun interesse, vedevo solo accavallarsi ad ogni foglio le parole in neretto corrispondenti ai vocaboli della lingua italiana.

AUIGURI!

CARISSIMI AUGURI DI BUONE FESTE A TUTTI GLI AMICI DI ROSSO VENEXIANO Antonio Ragone

Il momento delle ombre

È nel tempo che s'addensano le ombre
e ogni cosa pare sprofonda in un ciclo concluso

se qui vicino si leva un volo di cornacchie
e più distante, da velati pensieri,
nelle conchiglie il rumore del mare
e inaspettati versi di gabbiani

allora forse restituiscono la speranza
raffigurando passaggi rocciosi
percorsi da un fanciullo in un nascente giorno.

Antonio Ragone (Da "I passi sul sentiero sconosciuto - luglio 2009)

Amarezze incompiute

Amarezze anch’esse incompiute
dimorano nei meandri del mistero
eppure l’amore un poco esiste
che resiste alle intemperie umane.
È questa incomprensibile dissonanza
che lacera i rapporti e ti fa solo
chiuso in un tormento che ti schianta
sotto il peso dell’indefinibile.
E sono stanco, come una barca abbandonata
all’onde, sogno un prono riposo sulla rena.

Antonio Ragone (Da "I Passi sul sentiero sconosciuto - luglio 2009)

L'Albatro

Sovente, per vile trastullo, gli uomini d’equipaggio
spezzano il libero volo dell’albatro, solenne uccello del Mare,
mentre segue, indolente compagno di viaggio,
il vascello che naviga sopra le profondità amare.

Ma, ecco, l’hanno soggiogato sulle penose palanche,
questo Re dell’azzurro, ora goffo e gli occhi dimessi,
che lascia misero le grandi ali bianche
trascinare come inservibili remi accanto ad essi.

Questo viaggiatore alato, com’è confuso da se stesso espulso!
Così bello innanzi, ora è grottesco e solo!
Chi con la pipa stuzzica il becco al pellegrino avulso,
chi, zoppicando, mima lo stroncato suo splendido volo.
   
Il Poeta è questo principe dei Nembi Eterni
che vive la tempesta e se la ride dell’arciere;
esule sulla terra in mezzo agli scherni,
le ali di gigante gli impediscono d’incedere.

Antonio Ragone (Rielaborazione da Charles Baudelaire : “Les fleurs du mal”)

Da "L'isola nacosta" Ed. Akkuaria 2007

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