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blog di fintipa2

A chiamarlo incubo sembra pulsare

Venne un tizio col megafono e la carta bianca
il suo pallore ed i baffi mi sembravano seduti sul tramonto
nemmeno adesso che scavo la mia immagine in uno specchio
so dire cosa mi sognava
 

Disse:– Hai bisogno di startene tra la gente,

Ho chiesto aiuto a due gazze

Loro sì che conoscono i trucchi,
sanno togliere al labbro
suture.
 

Il dolore?

Elenco di pastori rotti e una cometa

Aprire le ali non è umano
ma stanno sospesi sul ponte dei vecchi al riparo di scogli.
Giù in fondo un motore costante che torna dal largo
sui fianchi la coda si perde tra nubi

Erano solo gli occhi a guardare?

Trovate due poveri cristi, uno zoppo barbuto. Il bue?
Sono proprio ciglia. Alcune chiudevano ancora uno scrigno di anelli.
E nessuno che nasca! Neanche un’ape dal nido di vespa.

 

In compagnia dei clinex

Contrapposti

Ho qui il mio esercito:
ogni tanto qualche nota mi cade nel presente -austero vascello--
ho bisogno di un ghiacciaio invece, dove stemperare, ripulirmi di ombra.

Oggi si perde per l’ultima volta e c’è sempre un chiodo decisivo allo zoccolo,

Bassa marea

Passai dagli scafi:

Sui comodini

Non passa novembre col sole che s’infrange all’orizzonte
ed i poeti...
a tingere di cenere la testa!

 

Donna al trucco

Quei due o tre occhi fissi alle ciglia
a volte mi guardano
li vedo correre nello specchio
addolcirsi al peso del mascara
un velo appena

Al Paradiso

 
Non ci appartiene il silenzio delle rondini
quando aprono le ali implumi
stanche del lungo randagio
nelle campagne sfiorate
dal ventre calvo.
 

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