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blog di MaLaLingua

quello che

il tempo non ha occhi
nè spalle
va
non ha nemmeno tempo
per voltarsi a guardare
quello che
sarebbe potuto accadere
se

 

Quel teschio anch'esso un tempo ebbe una lingua

io sto

 
amore io tremo
ma non ho paura
io resto
anche ora
che tutto combacia e si rompe
e mi sento un ulivo
in un anfiteatro
anche ora
che il vento mi sbatte
e polvere rossa negli occhi
io sto
dare è un verbo che conosco bene
avere devo ancora coniugarlo
 
 
 
 
 

il pagliaccio

Gli occhi acquistano lucidità
E non sono lacrime
Lei finalmente vede
Il trucco  disfatto
Il rimmel sbrodato
I lustrini opachi
Lui ora le sembra
una vecchia puttana in disuso
Un pagliaccio solo
che piange sotto il tendone
Quella spettatrice non c'è più
l'ha vista andar via
Sbadigliava
Lui piangerà tanto
Avrebbe dovuto cambiare copione
Riuscire a strapparle ancora un sorriso
Gli applausi non si pretendono
Si meritano

in potenza

quanti amori in potenza
non vissuti
per orgoglio o paura
arrotondati
per difetto o eccesso
risultati eccellenti
equazioni imperfette

scritta il 18/03/2008
 

sarò punita

Per colpe, non mie, sarò punita.
Un prezzo altissimo.
Le tue labbra.
Un valore inestimabile .
Era questo lo scotto da pagare?
Se penso che potrei non baciarti più
mi sento già morta.
 
Mi stanno scomponendo le ossa
ad una ad una.
Sezionando.
Con sandali da francescano
sto scendendo
lentamente
all'inferno
e sotto questa pioggia di cenere
sento lamenti e fiamme
come alghe sulla carne viva
 
Nemmeno la mente più perversa
avrebbe potuto architettare un simile supplizio

 

 

 

per sempre

vorrei il tempo
coi suoi zigomi acuti
mi fosse amico
vorrei mi fosse
guarigione di affanni
mentre incava le guance
mi fosse stelo
o bastone d'acciaio
fino a quando
questo cuore rugginoso
come un vecchio barattolo
non la smetterà
di sfracellarsi d'amore
 

duello

urtarsi frontale
e bocche così vicine
a partorire un bacio
 
invece si resta muti
a duellare con gli occhi
ma stretti
come squali
nell'"angustità"
di una vasca da bagno
 
 
 

 

sanguino

Magari fossi capace.
Darei uno strappo al tormento,
a questo desiderio
del desiderio che non tocco
io che non so più
quanto ho pianto,
quanto ho riso,
nè quante stelle brillavano
in quel claustrofobico mondo
 rabbioso e proibito
io inciampo
in ricordi claudicanti
e stasera sanguino
 

giocoleria

 
non parli
 
stupido stupore di un giocoliere
che non afferra più le sue figure
che perde il tempo
l'infinito, i bottoni
e le sue bolas
 
principiante
tu non parli
ma lo farai
 
non terrò a freno il canino
aprendo il pugno stretto
ti mostrerò
dove erano finite le tue palline
 

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