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blog di Mariagrazia Tumbarello

inutili fiori

straziata,
d'inutili fiori baciata,
veleggio a distanza d'onore,
per tema d'investire di profumi alati
la mia via lastricata
di te e di noi,
e che mai il vento
possa ululare fiero
di un'opposizione netta

terra

accesi contro il terso del cielo
ci muoviamo come ragnatele
senza direzione, in attesa che la terra riarsa
ci riprenda tra le sue braccia
e assolva al compito della protezione,
mutevolmente ignari
dei disegni che spicca
al nostro solitario volo.

seguimi

ti seguo,
seguimi,
e insieme inonderemo il mondo
dei nostri giorni pigri,
ondulanti
come bandiere al vento che smuove
granitiche volte,
sibilami parole,
occorrerranno a quello stesso mondo
che osa farsi beffe di noi,
e di tutti,

distesa d'erba

m'abbarbico su quella strada
così stretta
che porta dritta al cielo,
sopra le nuvole tozze della mia fantasia,
aperta sul davanti
da una magra e variopinta distesa d'erba,
saprai mai
quanto ho volato
dentro il tuo cuore incosciente,

quel bene

lo sai
quel bene
che m'ha sfiorato il giorno,
quando il tuo tempo
incontrò, intrepido,
il mio, sulla traiettoria
di quella luna nascosta agli occhi
che veleggiava
senza dispetto
sopra le tue mani
che aspettavano un disegno,

suono

eravamo seduti
sotto quel cielo color del muschio,
adoranti,
senza parole di contorno
a sfornare ammirazione,
mi parlavi di aria e di vento e di mille cose blu
che volteggiavano attorno
come scintille innamorate e morbide,
abbiamo sfoltito discorsi

incensi d'oriente

profumi e incensi
per assaporare di noi
il calore della terra d'oriente,
ti incatenerei alle nostre canzoni
d'estate
per sentire ancora l'alito freddo
della primavera che avvampa e svanisce,
di rampicanti vogliosa,
tenera e assetata

profumo

profumassimo almeno
come quel salice distratto
all'angolo della strada,
frutteremmo frutti maturi
perfino alla gente affamata di mali antichi,
e invece
abbiamo appena addosso
due timide riserve di fumi appassiti,
che allontanano ai passi

baci

baciami indispettito e vago,
pago di ricordi quanto basta
per recuperare il tempo non vissuto,
prenderemo il largo
per sollevare la testa
solo dopo aver affondato le dita
tra quei desideri
che non han trovato parola
se non nella linea confusa

musica

avessi la musica ai piedi
solleverei nembi di polvere dorata
per arroccarti alla mia destra,
confusa e cieca
dinnanzi a quel cielo
che per noi non s'è mai spento,
impallidito appena
nello sforire timido
di una primavera ancora nostra,

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