blog di Nievdinessuno

 

 

Ho passato la notte nello sguardo.

Nello sguardo che s’infila

fra la scapola di una stanza

Guardo dal balcone,

non è ancora tempo

di incarnare gesti.

Bisogna attendere la notte.

La notte che s’infila

Sono il tempo in cui esiste l’incertezza del mio tempo.

Dentro il corpo una crepa

la luce cade

al contrario

Una rondine

vive solo tre giorni:

 

Il primo giorno

arrotola il pensiero

dentro la testa

Parlami

sulla schiena di un sasso

che nasconde a mezzogiorno

la mia ombra.

Parlami

dentro l’omero

Poggia sul tuo omero

l’odore della terra,

la terra esiliata nel tuo sguardo

trafuga l’esistenza

Sui corpi sento le maschere

messe in scena da una recita.

Anche le paure

hanno un corpo di plastica,

Ad una ad una

cadono rughe

da uno specchio

In un tavolino
il giornale squaderna il vetro,
le sue trame cartacee
ci entrano nello sguardo,
si sfarinano nelle dita