di Dolore ancora stupito - Olocausti - corale senza voce | scrittura collettiva

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di Dolore ancora stupito - Olocausti - corale senza voce

[1]
 
Ad abbagliare
non è il bianco dei campi d’inverno
ma le ossa sfarinate tra le fosse
 
se guardi
le vedi
 
se taci
senti vibrarne il nerbo
a sferzare il tempo
di Dolore ancora stupito
 
[13]
 
Chiunque è morto
come si sa, è morto.
Se la morte non ha occhi
che pretende di vedere il morto?
Se non distingue suoni
che chiede di sentire?
                         
 
[43]
 
Ti avevo già intrecciato una livrea ghirlanda
Ma poi ti fu pestata dinnanzi al tuo sorriso.
 
[38]
 
Rastrellano carni e ghiaie
i gas alle baracche,
numeri in stoffe zebrate
si abituano in fretta 
a profili di lager.
 
[18]
 
Cercarono un groviglio in cui nascondere la coscienza.
Come chiamarla se no la conta di numeri attenta agli stracci.
Ci fu un bisogno estremo di mani, di occhi, di menti
per come attorcigliare binari ad una sfera
e non perdere nemmeno uno dei denti alla pesca col filo spinato.
Di quello che era stato prima, se mai ci fu un istante di sole
fu presa la cenere per coprire le nubi di tenebre.
 
[54]
 
Tapparono di silenzio
bocche spalancate dal terrore
mentre il fumo acre delle ciminiere
lunghe canne d'organo infernale
usciva forte con rumor di vento
a denunciare il pianto triste celestiale
d'anime innocenti, zittite per l'orrore.
 
[25]
 
La fede nell'amore non potè nulla sulla pazzia che albergò le menti degli uomini.
         
 
[2]
 
è nel tempo
nelle memorie nude
nelle cose
nel pianto
del passato i ventagli
assopiti
della speranza
l'inganno della morte
e noi seduti
sopra l'argine del mondo
già sconfitti
 
[3]
 
Quello che è stato, è perso
eppure fu:
un non uomo
una pietra poggiata sulla tomba di Dio
i testimoni.
 
[17]
 
Su me -Uomo-
grava la vergogna
d'aver portato violenza
ad altro Uomo
 
[20]
 
Qui è solo gelo e terrore. Qui è odore di sangue, piscio e paura
 
[4]
 
giocando impavido sul pezzo
di terra smosso al vento,
non ho incontrato che  cenere
ammutolita dei comignoli,
riversarsi cruda
tra le foglie imbiancate
della neve fioca
 
[5]
 
urla e simulacri di parole come bestemmie di dolore
canti di bimbi che perforano le coscienze dei giusti
e sguardi spenti di vecchi che recitano rassegnazione
 
[21]
 
nessun sogno mi accompagnerà in questa notte che è un buco nero e assorbe avido come una spugna ogni speranza...
 
[44]
 
Chi sei tu che scuoti la testa e sospiri? …Perché le tue mani tremano?
 
[6]
 
Storie di nomi sconosciuti
di dolori segnati dalle lame,
lacrime arrese alla morte
di speranze ancora vive.
 
[9]
 
E' l'azzurro a storcere le labbra
e a stringere a sé il vuoto.
 
[36]
 
Salive adulte e bambine
inciampano rapide in uno sparo.
Non c'è più tempo per esistere.
Nudi orrori dormono in fila
 
[7]
 
Non varcherò l'ingresso
non potrei
dove l'inganno apre la sua bocca
non ho il coraggio
di piangere su queste pietre
 
[12]
 
ricordare l’infamia degli uomini
alleviare la falsa dimenticanza
con alibi d’ignobile comodo
 
[14]
 
Chiunque muore senza morire
è lì a memoria
un nome, a volte,
una presenza equa
nell’urlo ancora.
 
[8]
 
Nemmeno Dio riuscì a penetrare col suo occhio quel muro
solo le braccia si moltiplicarono nel campo
avvitando le spalle ed i piedi alle croci.
                
 
[10]
 
questa terra somiglia
alle vene di un tramonto
costretto a brindare col male
e a tingersi il volto di nebbia.
 
[24]
 
Era là fuori
l’umanità
sotto un’aria di febbre
attenta a scambiarsi
ancora veleni
 
[22]
 
Oggi sarò io la voce che urla. La voce che scuote, la voce che paralizza le gambe, che secca la gola... La voce che pugnala nel petto, che spezza il respiro.
 
[19]
 
il mio nervo alla paralisi
ho nausea
questa sigaretta dopo i forni
è un capogiro che mi fa sedere
ma non voglio scappare da qui
dove il vero diventa Vero
e mi chiedo se in ognuno di noi
possa germinare il seme maligno
se bastino i ‘Giusti’
a meritare all’uomo di esistere ancora
 
[11]
 
Il silenzio
ha un odore pesante
di polvere e sangue
e la mia gamba è di marmo..
                
 
[23]
 
Oggi sarò io quell'odore nel vento... sarò fumo che soffoca i sogni, che spegne i pensieri... Sarò cenere che impasta la bocca, che cancella ogni passo.
 
[15]
 
neanche più il
sangue mi rimane
sotto questo cielo di
fumo nero
nel sapore delle
mandorle malsane
trasportato come tutti
gli altri nel vento
gelido di un ghiaccio
che taglia come lama
 
[16]
 
mi hai sputato
la tua follia, in bocca
e ho ingoiato
il più immondo dei fiati
 
dell'intimo biancore delle mie ossa
ne hai fatto orrore, innalzato
a guglie, svettanti nel peggiore cielo
 
[26]
 
negli occhi bassi
la testa rasata
le labbra livide
e il tatuaggio sulla pelle offesa
nel cuore gelido
ti riconosco
abbracciato al tuo sogno di fuggire
 
[27]
 
Scivolano parole dalle dita, rotolano nello sguardo
impressione di memoria, facile sospetto dell'inganno
ogni volta riappare, demolitore spietato d'ostacoli
rullo compressore per nuove luminose vie
 
 
[29]
 
per la tua volontà a brandelli
e il respiro di carne
che macera l'anima
squarta il petto e uccide
prima di abbandonarsi
del tutto
 
[47]
 
vagante in terra nuda di veli e di speranza.
Con la sconfitta cuce lo strappo d’una veste
                       
 
[28]
 
io che non ho visto
resto muta ed immobile
le braccia inerti lungo i fianchi
e nei viali di alberi maestosi
che nascondono le fondamenta
della vergogna umana
ascolto
 
[30]
 
Nella nebbia e nella neve
di là dal filo spinato
 
[34]
 
rotola l’umanità al fango d’una perduta terra.
 
[31]
 
urlavo il mio terrore
piangevo i miei cari.
Non sapevo né come
o perché.
 
[32]
 
Ogni giorno c'è uno sguardo
che non incontro più
 
[33]
 
Resto..
tra il muro e la porta
ma la morte mi cerca
ed io cerco un pensiero pulito.
 
[35]
 
Ho la tristezza della storia dimenticata
affogata nell'indifferenza e nello scandalo.
 
[53]
 
Disegna una spirale
ormai sempre più stretta,
siamo al gran finale,
con il fumo che si alza.
 
Stanche le piedate
creano linee nella neve,
convergono diritte,
verso un punto.
 
[37]
 
Ripercorro con gli occhi come una trina sottile la vita
fatta di punta all’uncinetto.
Quella luce,
quello sguardo del soldato alla porta
e una bambola di pezza dentro al vuoto in soffitta
che mia madre cercava.
 
 
[39]
 
niente è stato niente, tutto
è uguale
la parola strappata al silenzio tace
di nuovo.
 
[40]
 
nei giorni della
più semplice paura di
un insieme di nulla
feriti d’umiliazione nei
destini di mille popoli
condannati dalla
diffusione di
una abituale pazzia alla
finalità della fine
 
[46]
 
Sia resa a tutti i morti oscuri
la chiarezza della nostra viltà. 
                      
 
[41]
 
Mi vien fatto di pensare
di non esser salita anch’io su quel treno
forse di non volerlo nemmeno sapere
- con quel freddo
e quella mano che non mollavo mai
nel ricordarla. Avevan deportato
i tedeschi anche l’anima.
E la mia famiglia in Polonia.
E questa bambola di pezza qui sul mio letto
divorata dai ragni.
 
 
[42]
 
e
corro adesso ch’è ora
nelle grida strozzate dei
bambini
verso la negazione di
ogni speranza
verso la mia personale
maledizione
con l’energia delle
sole ossa scarne
vestito della seta di
una leggera pelle
verso l’ultimo urlo di
sirena
 
 
[51]
 
Pensò agli occhi pervinca del ragazzo. Pensò a quella donna anziana.
 
 
[52]
 
affidandomi al
dolore della Storia
respirando qui il
fluido della sconfitta
senza conoscere la
forza della Tua vendetta
sfidando tutto il
mio futuro
per non morire ancora
senza almeno una
ragione
                       
 
[45]
 
quel pomeriggio le aveva regalato un garofano bianco, che lei aveva infilato tra le onde nero-blu dei suoi capelli, dietro l'orecchio
 
[50]
 
e straziano memorie di ragione
ancora il grande a insaporire il cielo
del sangue che mi stinge dentro al petto
 
parlami adesso per cambiar in mente
il corso dell'istante che mi prende
adesso il quando buca i miei ricordi
il disinganno che s'annida al petto
 
 
 
 
 
 
                              
 
[52]
 
Nei campi di concentramento, assieme agli Ebrei mantenuti nella condizione di schiavi: zingari, omosessuali, prostitute, handicappati fisici e mentali, preti, liberi pensatori, e tutti coloro  che, per  una ragione o per  l’altra, furono stigmatizzati come dissidenti. 
 
Si impone  una  seria riflessione sulle radici della violenza e le conseguenze nefaste per tutti nessuno escluso; nonchè  un  più preciso monitoraggio della costante  violazione  dei diritti umani, anche da parte dei cosiddetti  paesi civili.
                 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
collage a cura di Manuela Verbasi
 
hanno partecipato:
 
[1][19]amara
[18][8]fintipa2
[2]Pinotota
[3][35][39][51]Franca Figliolini
[4] Mariagrazia Tumbarello
[5][12]Franco Pucci 
[6]Pensiero Infinito 
[7][32]luccardin 
[9][10][36][38]michelazanarella
[11][33]Raggiodiluna
[13][14][46]ferdigiordano
[15][40][42][52]Giuseppe Pittà
[16][25][45]Stefania Stravato
[17]mario calzolaro
[20][21][22][23][44]inchiostroblu
[24]RitaStanzione
[26][29]baccaodorosa
[27]leopold bloom
[28]Gabriella Afa
[30][31]Sara Cristofori 
[32][34][47]Marilina Frasci 
[37][41]Lerri Baldo
[43] jacopocampagna 
[50]Lorenzo 
[52]A.Iurilli Duhamel
[53]Stanca Mente
[54]Bruno Amore
 
N.B.: "strappata al silenzio" è una espressione di Paul Celan, nella poesia "Argumentum e silentio", dedicata al poeta-partigiano René Char
 
 
                              
 
 
 

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