Un quadro in un museo | Prosa e racconti | Rinaldo Ambrosia | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

Commenti

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Nuovi Autori

  • Gloria Fiorani
  • Antonio Spagnuolo
  • Gianluca Ceccato
  • Mariagrazia
  • Domenico Puleo

Un quadro in un museo

 

Sono appeso su questa parete ormai da un mese, teso su un’intelaiatura di legno che mi sorregge e mi supporta, all’interno di un luminoso edificio. Questo è il mio corpo; il colore è la mia anima. Colui che mi ha generato, osannato dalla critica, è scomparso ormai da anni. Porto la sua impronta su di me, congelata nello spazio e nel tempo, consacrando per sempre il suo gesto creativo.

Ho passato mesi, anni, come una diva, sballottato da un luogo all’altro di questo pianeta. Ho viaggiato per l’Europa e nelle Americhe, ospite dei maggiori musei, ma ora sono stanco.

 

Le giornate scorrono sempre uguali. Custodito al buio, in profondi magazzini con temperatura e umidità costante, nell’attesa che mani attente mi sollevino, mi avvolgano in grandi teli impermeabili, chiuso, come lini preziosi in casse di legno, e spedito per il mondo.

Poi, altre mani con cura mi libereranno, m’isseranno su pareti (piatte allo stesso modo), e lì, dall’alto, osserverò indaffarate persone che apporteranno frenetici ritocchi prima dell’inaugurazione.

 

Fiori, flash, rumore della folla e profumi. Succede di solito così, ovunque.

Cambiano i suoni delle voci, secondo i paesi e le nazioni ospitanti, il resto poi, è consueto cerimoniale. E, dopo il bagno di folla, scremati i primi giorni (a volte i primi mesi), nel lento trascorrere delle ore, mi attende un' immobile e infinita noia.

 

In alcuni momenti, nell’arco delle mie giornate, cessato l’afflusso di pubblico, la calca delle comitive, alcune persone si fermano silenziose davanti a me. Mi guardano lentamente, analizzandomi centimetro per centimetro. Provo un acuto senso di disagio nell’essere osservato, e ciò sin da quando, liberato da un pesante drappo, ho visto per la prima volta nella mia vita la luce. Arrossisco un po’, variando il pigmento del mio colore.

Ma la cosa è leggera e superficiale, sembra una variazione di luce minima, un volo d’airone che oscura per un istante il sole. Sinora nessuno se n’è accorto, nemmeno i critici, che accompagnati da fotografi mi osservano, pubblicando al mondo l’impasto dei miei colori.

 

Ieri è entrata nella sala una ragazza; com’era giovane! Il suo esile corpo era avvolto in un impermeabile grigio. Impacciata, guardava in alto (occhi miopi, protetti da lenti rotonde), verso i miei colori. Da sotto il basco, calcato di traverso sul capo, spuntava un ciuffo ribelle di capelli scuri.

Il suo sguardo mi ha percorso in lungo e in largo con attenzione. Provavo un leggero senso di prurito. Poi ha sorriso, e ha continuato a guardarmi sorridendo. Tutte le mie fibre sono state attraversate da una scarica elettrica. Mi sono sciolto, temevo di liquefarmi.

 

Oggi la ragazza è nuovamente qui. Ha trascorso alcune ore guardando le mie geometrie, analizzando i miei spazi. Sorrideva, con lo stesso sorriso che illumina il viso dei bambini quando chiedono alla mamma: latte!

Uscendo, ha sollevato la mano verso di me in cenno di saluto.

 

Sono innamorato!

 

Innamorato di una ragazza, di un cucciolo tenero ed esile! I miei colori brillano di gioia. Ora che lei è uscita attendo con ansia la prossima apertura del museo. La ragnatela di noia che mi avvolgeva, di colpo, si è lacerata, dissolta.

Nuove emozioni sono entrate in circolo nei miei pigmenti, e, per la seconda volta nella mia vita, dopo colui che mi ha generato, mi sento amato!

 

Un improvviso senso di vertigine mi ha colto, temevo di staccarmi dal muro e piombare pesantemente a terra. Sono nuovamente arrossito, vibrando leggermente la tela, ma il custode, seduto al fondo della sala, non se n’è accorto, occupato com’era a fissare il pavimento.

 

 

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 1 utente e 4341 visitatori collegati.

Utenti on-line

  • Ardoval