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84- VITA

Uno sconosciuto
che mi passa uno spinello
durante un concerto
dei Muse.
Cantare a squarciagola
abbracciati
allo stadio
l’inno della nostra squadra
con gli occhi gonfi
di lacrime
dopo una grande vittoria.
Essere svegliato
la notte
dalle urla dei vicini
che scopano come matti
e pensare che
tra me e le mia fidanzata
ci sono novecento chilometri
di distanza.
Quattro poveri cristi
con l’auto in panne
seduti sul guardrail
ad aspettare
il soccorso stradale.
Mia nipote appena nata
che si sveglia tra le mie braccia
e mi mostra i suoi
occhi verdi
tali e quali ai miei.
 
Vita,
passare la notte
sdraiati su una panchina
fino a vedere i raggi del sole
dissolvere la magia
di un cielo stellato.
Tuffarsi a capofitto
nel vacuo abbraccio
della schiuma delle onde del mare.
Piangere stringendosi
alla salma di un amico
che per molto tempo
non rincontrerai.
Guardare i propri genitori
ridere e scherzare
e dimenticare
per un attimo
che tempo fa hanno divorziato.
Baciare una ragazza
allo scoccare della mezzanotte
e capire
che tutto
cambierà per sempre.
 
Vita,
sei numeri fortunati in tasca,
il tuo cavallo
che taglia il traguardo per primo,
quattro donne nelle tue mani
che ti fanno l’occhiolino,
una tazza di caffè fumante
alle sette del mattino,
fare colletta
per comprare una bottiglia di vino
in una stazione fredda
con la neve sui binari,
la felicità dei miei nonni
quando mi sono laureato,
prendersi un pugno in faccia
per difendere un amico
durante una rissa,
beccarsi una pallottola in petto
ed aver pietà
per il rimorso
che si porterà
appresso
chi ti ha sparato.
 
Dio per fare Adamo
ha sputato nel fango,
ha creato un mondo marcio
e squallido,
ma ci ha dato i sogni,
le illusioni, le speranze,
il jazz, il blues,
sigarette e birra
e tante risate
per alleviare
il dolore,
ci ha dato la ragione
per mettere tutto
in discussione
e il coraggio
per disobbedire.
 
Vita,
trascorrere
l’ultima notte del vecchio anno
nel proprio bar preferito
a bere rum
e a parlare
di politica, di calciomercato
e di culi di ragazze,
tornare a casa
e non aver ancora voglia
di dormire,
sedersi davanti ad una tastiera
con l’intento
di scrivere una poesia immortale.

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