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In Acido Purpureo

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 -E quindi?-

-Quindi ho dormito per tutti questi anni? Possibile?-
-No, non direi dormito. Direi che hai rischiato di morire, direi che ti abbiamo tenuto in coma farmacologico, direi che sei passato poi in uno stato di coma profondissimo, dal quale miracolosamente sei emerso una settimana fa.-
 
Si sentiva ancora privo di forze, ma si sentiva principalmente svuotato della forza di confrontarsi con uno specchio. Quarantacinque anni di sonno senza sogni, di un fluido buio senza fine, 20 anni aveva prima dell’incidente, 65 anni aveva ora, incidentalmente.
 
Decise poi, nei giorni a seguire, che non valeva la pena di consumare gli anni restanti a piangersi addosso gli anni passati. Recuperava forze, voleva, con nuovo vigore, essere spettatore non pagante di tutte le novità e cambiamenti degli ultimi 50 anni. E lo specchio, in tutta sincerità, gli aveva rivolto uno sguardo nuovo, diverso, una sguardo di un bel 65 enne.
 
Non si sorprese di non avere più famiglia intorno, era solo, figlio unico, genitori separati, era solo già a venti anni ed era felicemente e semplicemente solo, ora, a sessantacinque.
 
Camminando in strada, con l’ormai amico infermiere, non si sorprese delle macchine che rasentavano il prodotto futuristico facilmente immaginabile e prevedibile, non si sorprese per le luci e colori di nuova generazione, per le nuove tipologie di edilizia a spiccato sviluppo piramidale rovesciato “”mica male però.. tanto spazio verde sotto, e tanta superficie in cielo, dove di spazio non ne manca mai..””
 
Rimase stupito dall’ordine, dal silenzio, dalla sensazione che, quella porzione di società che stava osservando, aveva finalmente raggiunto un livello di presa di coscienza molto elevato. Sembrava tutto secondo le regole. Sembrava tutto rigorosamente pianificato. Attraversando un grande parco, si voltò, incuriosito da quel sito particolare, che sembrava una piccola Woodstock, con tanto di tende sparse secondo criteri pianificati, e punti di ristoro dislocati al contorno, il tutto, perimetrato da una recinzione invalicabile.
 
Mentre guardava incuriosito, passò una specie di ambulanza senza sirene e senza lampeggianti, silenziosa e sorniona, come passeggiare sotto i pini in un caldo afoso agosto. Entrò nel recinto e caricò quello che era evidentemente un corpo senza vita avvolto nel classico sacco nero del coroner.
 
-Ma che succede li dentro? Cos’è? E’ in corso un concerto rock? C’e’ un concerto? Si e’ sentito male qualcuno?-
-No. Nulla di tutto questo. Quelle che vedi, e’ l’evidenza della nostra sconfitta come società, nel gestire il problema droga, ed e’ di fatto, l’evidenza della nostra vittoria come sistema, nel gestire e contenere il problema droga. Ti spiego.
 
Per anni e anni, si sono spese cifre ingenti per combattere la piaga Droga, con tutto il suo contesto che ne conseguiva, ovvero pericolosi drogati ingestibili, lotta al commercio illegale di stupefacenti, spese per la sanità nel cercare di curare e disintossicare chi di essere disintossicato non ne voleva proprio sapere.
 
Soldi, tanti soldi, energie profuse, risorse sempre impegnate, forze dell’ordine sempre sul fronte, delinquenza dilagante, insomma, un fallimento continuo e costante, ed un fallimento costosissimo per la società.
 
Allora, cinque anni fa, il governo decise. L’uso di stupefacenti, qualunque essi siano, non sarebbe stato più illegale, ma anzi, distribuito a tutti quelli che ne avessero fatto richiesta, senza limite di dosi, e con il tempo e’ stato creato questo che vedi, centri di distribuzione organizzati, in tutto il paese. Un adolescente può quindi decidere, che tipo di vita fare, se essere gestore della società, od essere gestito, come quelli che vedi li dentro. E’ un sistema di selezione naturale a tutti gli effetti, ed a chi decide di entrare li dentro, gliene diamo quanta ne vogliono, fino a fare la fine di quello che stanno portando via ora.   Abbiamo perso, ma abbiamo anche vinto, sai? Abbiamo definitivamente distrutto il mercato dei narcotrafficanti, si e’ automaticamente annichilita la macro e micro criminalità, lo stato non spende più per il sostegno sanitario dei gestiti, con evidenti vantaggi per i gestori. Ed i gestori, sono il risultato di una selezione assolutamente naturale, non forzata, sono coloro che si fanno bastare questo tipo di vita, senza aberrazioni.
 
Che dici?? Abbiamo perso per anni, ma per poi vincere in modo più pulito. Non trovi?-
 
Lui stava per risponde qualcosa, ma rimase rapito dal sorriso soddisfatto dell’autista dell’autoambulanza, che gli stava scivolando silenziosa a pochi metri.
 
Fine

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