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Scritto da © matris - Mar, 29/03/2011 - 10:37
Arenati tra le rovine di noi l'incontravi
e ti sbatteva il cuore tra gli scogli dell’anima.
Il sole tradì il suo percorso
e ammirato accese il suo raggio
ove il buio oscurava i tuoi occhi
le luci abbagliavano diffuse accese tra gli inganni
le rimuovevi trascendendo le parole.
La parte che mancava aleggiava nel tuo cuore
ed io la smarrii travisato sulla via di Damasco.
Balzato nell’oscuro intrigo d’una fredda selva
patii purezza d’odio e d’amore nelle lune che t’adorai.
La vita è una religiosa sequenza di agnostici distacchi
e l’estinzione delle parole per vivere nelle preghiere
perdurerà tra noi fino alla fine del mondo.
Persi, non subiremo l’agonia di gustare la solitudine
nella calma uggiosa di questo silenzio.
Il suono delicato, dolce, dei nostri passi misurati
vagherà per sempre sui pendii traboccanti
il dolce frutto dell’amore.
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