"Finibus Terrae"(al paese natale, incarnato nel Capo di Lèuca) | Poesia | Capuàno | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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"Finibus Terrae"(al paese natale, incarnato nel Capo di Lèuca)

(al paese natale  e ai suoi campi,passando per un compagno di scuola che oramai non c'è più e per la Prof. di Letteratura Italiana Concettina Franco).
 
C'era un volta e forse c'è ancòra,
un posto incantato di biade e scogliere
scheggiate dal mare più intenso del mondo
e mai più profondo di un palmo di mano..
E c'era un a terra, mia madre da sempre,
affogata in due mari invidiosi di lei:
Madre bianca e imbrunita oltre i bagliori del buio,
da ulivi assetati e ubriachi di luce.
C'è ancòra una terra che si perde nel mare,
scivolandovi dentro senza troppi clamori,
tra ondeggiare di biade e fumi alti e lenti,
tra silenzi assordanti e dolcissime nenie,
tra il tramonto che muore dove il mare comincia
e il ricordo nostalgico del tempo più lento,
che tardava anni luce a passare in un colpo,
ed adesso, in un attimo, divora gli anni e la luce!
Dove sono i viottoli scavati nei campi
da sandali umani e impronte di bestie?
Dove è ormai la mia terra, invecchiata anche lei,
sfregiata da solchi di liscio catrame,
rovente in estate di una febbre glaciale,
senz'anima e..un corpo, intarsiato dall'uomo
non so più se a sua immagine o a suo abuso e consumo!
Dove sono i miei campi, dove è la 'mia scersa',*
tutt'al più tratteggiata da due linee perfette
di strada ferrata, corteggiata e nascosta
da petali vermigli e assonnati e fauci dischiuse di leone
e il timido timo, confuso tra corolle di muschio..
..e anche d'inverno, su uno sfondo sfumato,
sembra dare l'idea dello spazio infinito!
Restano..i sassi di pietra scheggiata
e qualche muggito di buoi e l'odore gustoso
della biada bagnata, svogliata e cullata
dal vento impalpabile nelle notti d'estate,
metre dove lo scoglio si confonde con l'acqua
sembra proprio il confine tra la vita e la morte:
qui ..re Carlo, penultimo di undici Capi,
si diverte a contare le conchiglie di Lèuca
e Concetta,fumando, forse è raggiante di noi.
 
*scersa:luogo all'aperto, incontaminato, selvaggio, libero, dove correre senza direzioni preordinate.
 
8 dicembre 2003
da "ESTATE 2005 e dintorni"
d Capuàno (Anònimo)

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