non saprò mai(lo so bene)

Se avessi lasciato cadere
l'ultimo rocchetto di filo
che legava il pensiero del mattino
alla ricerca di un verso perduto(compiuto)
o ad un incontro sfiorato(posseduto)

 

non saprò mai(lo so bene)
cosa sarebbe stato di me.

 

E se oggi, potessi scegliere il momento
quello più giusto, mai perso(fuggito)
nascosto nel fondo del vaso di ferro(e fuoco)
tra fiori di vetro e foglie di carta,
quel mucchio di sabbia nel pugno
segnerebbe il tempo del tempo(fermo)?

 

E se fossi stata la pioggia che scava
(in)capace di riempire otri molli
come non bastasse la chiarezza delle parole,
affinché una volta gonfi potessero parlare(negare) a me
quanto sia caldo il vento del deserto,

 

chissà, se mi sarebbe stato (in)utile.

 

Se fossi la mia pelle
sarei stata velo sottile
a nascondere battiti sfumati, albe boreali 
di un respiro sottovoce, accolto(scansato) da occhi
chiusi nei giorni, che si avvitano lenti.

 

Se fossi stata la mia pelle
avrei voluto solo te, ad accarezzarla
e sarei diventata una rosa delle sabbie senza tempo
fossile di un fiore di sale e scaglie d'ossa
a testimoniare i passi inutili cancellati dal vento.

 

Se fossi stata la mia pelle(e lo sono)
ci saresti stato(e ci sei) anche tu.