Gianmichele ed io (Jamming and gagging) | Poesia | Piero Lo Iacono | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Gianmichele ed io (Jamming and gagging)

 
Ci credevamo
i primi al turbamento.
Gli unici alla trepidazione.
Come Amerigo Vespucci
che si credette il primo
a toccare le Americhe
cinque anni dopo Colombo.
E piantammo le ortensie
accanto alle pervinche.
Come se nessuno l’avesse mai fatto prima.
Aspettammo
di mettere la quarta fogliolina
come fa il trifoglio
stanco di apparire
un infestante parassita
alla stregua della gramigna.
 
I nostri inferni ciondolati in giro.
On the road. Ai Blues Moods del Jazz.
Con “Starlit hour” ci allagava Ella Fitzgerald.
E Charlie Parker “On a slow boat to China”.
O la piano-e-forte“Beautiful but why?” di Michel Petrucciani.
Ah! Le nostre colpe di esserci espansi,
dilatati fino alle jam sessions
e ai versi liberi dei napkin poems.
Segni di un referto mancante.
Segnali mandati a un nessuno
che li raccogliesse.
La libertà dei nostri improvvisi,
le ascesi senza precise vettorialità,
ancora ci spingono alla scepsi.
Alla stipsi dell’anacoreta.
Alle meraviglie del possibile.
Rischiammo di perdere la voglia di vita.
 
“Nulla fa la poesia!”-Ci dicevano-
Almeno non subito! Avrei voluto rispondere
“Tutto è stato detto!” -Ribattevano.
Ma mai completamente! Avrei ricordato.
E poi Repetita Iuvant, per buttarla sullo scherzo.
Quando questa poesia sarà finita io mi alzerò
per andare a riascoltare “Someday my Prince will come”,
come tante volte facemmo, di Miles Davis.
Anche tu?
 
Dicono che bisogna scuotere i rami del bosco,
squamarne per poco le cortecce,
per ottenere la loro attenzione.
2-9-1996
 

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