Scritto da © Bruno Amore - Lun, 14/02/2011 - 13:07
Attendo sempre impaziente
che il sonno apra la porta
del mio spazio incosciente
per farvi entrare Lei ogni volta
che possa dirmi cosa mi attende
oltre lei oltre me nel trascendente.
E scanso, disperatamente
tutti i fantasmi del mio quotidiano
che non considero affidabili
per il mio futuro, quelli
sono desolanti piaghe della vita
che non so condurre come vorrei.
E afferro gli stipiti del sogno
non voglio svegliarmi
che di sapere se le colpe che mi do
non necessariamente tutte mie
è prodromo dell'assoluzione
o resterà ferita imperitura
che sempre risanguinerà.
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