Scritto da © raggioluminoso - Sab, 05/02/2011 - 21:49
E’ un cielo d’ambrosia il mio gioire
che ti spalmo come unguento
per lenire le ferite del dolore
cauterizzate dal fuoco dell’ardore.
Nel tuo splendore t’osservo
rivestendoti d’infinita dolcezza
morbida come pesca la tua bocca
che mi sfiora assopendo la ragione.
Scorre ebbro il sangue nelle vene
ormai ubriache per tanto idromele
inebriando la mente obnubilata
indissolubilmente a te sono legata.
E’ su di te che sdraio le mie labbra
la tua pelle m'è spiaggia rovente
non mi scotto ai raggi del tuo sole
sono il calore del tuo amore.
la tua pelle m'è spiaggia rovente
non mi scotto ai raggi del tuo sole
sono il calore del tuo amore.
E’ un cielo d’ambrosia il mio gioire
che ti spalmo come unguento
per lenire le ferite del dolore
cauterizzate dal fuoco dell’ardore.
Nel tuo splendore t’osservo
rivestendoti d’infinita dolcezza
morbida come pesca la tua bocca
che mi sfiora assopendo la ragione.
Scorre ebbro il sangue nelle vene
ormai ubriache per tanto idromele
inebriando la mente obnubilata
indissolubilmente a te sono legata.
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