Scritto da © Falcone - Dom, 27/02/2011 - 12:37
Io dormo per non vedere il sole
e l’oro dei fiori in terra di tramonto;
dormo di un sonno di torpore
sordo ai fremiti del mondo…
Eppure venni alla vita - mi dissero –
per vedere il mare,
la rugiada del mattino dopo la pioggia,
i bianchi monti con il verde delle valli
e foglie al vento,
la bellezza di una sera che non muore
quando s’allunga sulla spiaggia
con la risacca a far da coro,
le rose lungo i sentieri
ad accompagnar l’andare
ai calori della vita in un canto d’amore
o al gesto semplice
di una mano a coppa
c’avvicina la fonte a cui bere…
E poi ridere di gioia e di tristezza,
assaporare il sesso,
prendere e godere in due,
raccogliere i ricordi e farne incanto
per lastricare i giorni di promesse
fino a superar la pena,
fino a quegli azzurri orizzonti
lontani da lacrime ed affanni.
E invece incontrai il dolore…
Ne fui presto incontenibile sovrano
e non fui mai un dio…
Non riuscii più a cantare
e finii appeso a pallidi rami
lungo viali di squallore, oscillando
tra tentazioni amare disinganni e pene,
grigior di nuvole e scie brucianti
di un perduto credere…
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