Come quando nevica e sembra tutto più lento

       
Svegliarsi di notte
e tendere l'orecchio nel buio
nello scricchiolìo del pavimento
sconnesso d'equilibrio, nelle tavole
imbarcate di un soffitto umido, tra gli alibi
della pelle e i mattoni sbriciolati da un occhio nel buco.
                              
Spirali di fumo e piove, piove
su questa stanza antica, vecchia
come le favole dei libri animati, nelle mani
trascurate dei nonni che s'interessano al vento.
                             
Entro nel motore del frigo, entro
nell'orlo delle tue mutande
e trovo il ticchettìo
che avevo dimenticato nel sogno.
                           
Dietro lo spazio di un'intenzione, il respiro
                        
e su tutta la pelle
segni di areoplani che migrano
da una ragione all'altra, trasportando
pensieri senza tasti né caratteri, oppressi
da questo mare scuro che si sfalda
dove il sole va ad affogare.
                                 
L'unica cosa che resta è il dormiveglia.
                                 
Rannicchiarsi a te
e continuare a scrivere
senza mai arrivare al punto
                          
come quando nevica e sembra tutto più lento.