Scritto da © Piero Lo Iacono - Mar, 01/02/2011 - 17:12
La Banalità del Quotidiano (Would-be killers)
“Que la vie est quotidienne” (J.Laforgue)
La più rassicurante banalità del quotidiano
coi suoi riti fissati e gli oggetti più normali
mi diventa inaspettatamente sconosciuta.
Ogni ora in bilico tra il miracolo e il pericolo.
E il così vicino mi si fa così lontano
che mi è difficile rapportarmi a lui o fratturarmene.
Messaggi criptici nella schiuma da barba,
nel ritornello in codice di una canzone,
in un libro amico dalle pagine avvelenate.
O disperante puzzle della normalità!
La ferita che il barbiere mi ha aperto nel mento
mi ordina di chiamarla “asola”.
Un profumiere era un salumiere.
La biglia una cimice-spia tra i birilli.
E la carta igienica un papiro.
Nei pitali pieni di riso nascosta stagna la pistola.
Io non sono Sherlock Holmes
che guardando una macchia di fango
sapeva dire da quale parte di Londra provenisse.
Nè come Sam Peckinpah vorrei ridurmi
convinto che il suo pacemaker
fosse una piccola bomba
dal detonatore in mano alla CIA.
Per te un dettaglio fuori dall’ordinario
è una prova evidente da mano sul fuoco:
proprio come il fazzoletto di Desdemona!
Ma c’è chi cancella le tracce delle prove
nei luoghi dell’assenza.
E all’estinzione attende l’insufficienza.
O povero Frenzy di Hitchcock!
La donna da te strangolata
ha ingoiato il tuo fermacravatta con le iniziali
per lasciare nelle viscere la prova del suo assassino.
Nel Blow up di Antonioni
un fotografo
il delitto ricostruisce
da un dettaglio “ad occhio”.
Nel Blow out di De Palma
il tecnico del suono
un delitto scopre
da un dettaglio “ad orecchio”.
Poter raccogliere l’oro del meraviglioso
nella sabbia del quotidiano!
Ma i giorni girano
lasciando date fuori uso
e un testamento di propositi
a nidificare
sopra un leggio rinchiuso.
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