Scritto da © Anonimo - Mer, 27/07/2011 - 13:25
Taciturne borse
assiepano
infinitesimi mondi
che non ho visto.
che non ho visto.
Ribelli m’apostrofano,
loro che sono di me
come io di me stesso.
loro che sono di me
come io di me stesso.
L’universo,
ciò che fu, che è,
che gli occhi mai videro,
si sfilaccia
ciò che fu, che è,
che gli occhi mai videro,
si sfilaccia
in linee inconsistenti.
Borse piene di foto,
coi sogni interrotti
coi sogni interrotti
di Madamadorè,
nascondono solitudini,
nascondono solitudini,
dolori, rimpianti
feriti, azzoppati
feriti, azzoppati
nel carniere d’un naufrago.
Insediate in queste stanze
le tristezze son voci rinchiuse,
piante non fiorite,
profumi mai sbocciati.
piante non fiorite,
profumi mai sbocciati.
Dettagli scolpiti nel muro
fulminato da lampi
nel cielo velato
fulminato da lampi
nel cielo velato
da questo alibi di nuvole.
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