Scritto da © fintipa2 - Gio, 15/09/2011 - 09:37
A prendersi sul serio finirò per credermi poeta
uno di quelli che vanno in giro
senza stuzzico tra i denti
a cercare il verso di commuovere la gente.
Ne ho incontrati di pazzi,
gente che sputava negli alambicchi
raccontando di aver trovato la pietra filosofale.
Quella è gente a posto,
che guarda il mondo e lo vuol cambiare,
ma non
mettendoci una nuova copertina
-un polo al posto dell’equatore-.
E va dicendo
che è possibile svitare dalle fondamenta
la natura umana,
plasmarla con le mani
cavarle il dente
perfino
dell’invidia.
C’è da aver paura quando uno si alza in piedi
e dice:
- io son poeta, non ho niente che mi torni in tasca
solo un po’ di gloria, un lauro, un indice proteso:
-ecco il poeta, scrive divinamente.
Ma io non so che farci
se non frequento posti
dove celebrano assonanze,
strofe con la rima per dire amore,
versando addosso innamoramento, estasi, consunzione e tradimento
o dove fanno a pugni per il primo posto
crepitando d’odio se gli dici:
-non mi è piaciuto, puoi far di meglio.
Mica gli hai detto è brutto come il cavallo
al centro del Trionfo (della Morte)
ma ti sputano in faccia se non accenni ad un sospiro,
un cantico dei cantici ogni mezz’ora,
una trombata con fragole e limone.
Oddio, non è per dire,
ma non c’è orgasmo se non è geniale?
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