Scritto da © Rinaldo Ambrosia - Lun, 05/10/2015 - 18:43
Era un sogno che sapeva di tamarindo e nespole acerbe.
Uno di quei sogni che si infilano di soppiatto
latitando all'alba e che ti rendono un protagonista assente.
Vedevo scorrere le immagini come in un trailer
ed era mia la voce fuori campo.
Ma la notte correva lungo il binario delle ore
in un rettilineo stemperato di luci
povere ricordanze nello smarrimento del risveglio.
Mentre il caos del giorno ricominciava imperterrito
con la sua acuta colonna sonora.
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