A ruota libera (Cap. 27) | Prosa e racconti | Claudio | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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A ruota libera (Cap. 27)

                                                                            XXVII
 
Marzo 2007
 
Il mio pensiero, in queste settimane, vola sempre più spesso ad Alessia. Non meno di quanto la sua attenzione si rivolga a me, a giudicare dal numero di messaggi che ci scambiamo ogni giorno, e dei quali ovviamente sono attento a cancellare ogni traccia. Ultimamente ho scoperto Moni guardarmi il cellulare e la cosa non mi è piaciuta affatto. Per fortuna ho da subito preso la buona abitudine di cancellare ogni volta sia i messaggi inviati ad Alessia, che quelli ricevuti da lei. Messaggi che hanno ripreso a essere molto caldi, possibilisti, quasi frementi per qualcosa che non c’è. Non c’è ancora, ma potrebbe esserci se solo tutti e due riuscissimo a trovare la forza di accantonare i nostri principi, le nostre paure, le nostre ansie e i nostri timori di perdere ciascuno ciò che ha, per abbandonarci alla passione. Quella devastante, con la ‘p’ maiuscola, che nulla e nessuno riesce a fermare una volta che sia stata liberata.
Mettendo anche in conto di perdere ognuno il suo compagno. Alessia è fidanzata da circa 4 anni con Luca, e nonostante le cose non vadano come lei vorrebbe, non credo riuscirebbe mai a reputarlo un motivo sufficiente per tradirlo. Dal canto mio, non voglio più tradire Monica, così come nessun altra donna dovesse entrare a far parte della mia vita. Dovesse essere anche solo per un bacio. E’ troppo triste e deludente.  Eppure non riesco a stare lontano da Alessia. Cercarci, magari solo per uno sguardo, un semplicissimo sguardo, è diventato essenziale e reciproco. Vitale, per entrambi.
Moni questo l’ha capito, e allora cerca di alimentare in me le diffidenze verso Alessia. Facendola apparire viziata, snob e leggera, per il semplice fatto che alla macchinetta del caffè non si tira indietro dallo scherzare, con nessun collega maschio, anche su argomenti piccanti. Quello di Moni è un martellamento psicologico continuo e sfibrante, volto a insinuare tutto quello che potrebbe facilmente far apparire Alessia nulla più che una poco di buono, in tutti i sensi e in tutti i campi.
Ma Moni non considera che io so, sento, a istinto - e il mio istinto non mi ha mai tradito - che Alessia non è mai stata, non è, né mai sarà come lei la descrive o si ostina a dipingerla ai miei occhi. Non comprende che è solo lo scotto di Claudia e della fine che, come lei, Alessia potrebbe farmi fare se me ne innamorassi perdutamente, a bloccarmi dal dichiararle quanto la desideri. Di certo non sono le parole, né le insinuazioni, spesso sin troppo vili di Monica a tenermi lontano da lei. E poi, per ora mi basterebbe anche solo una notte d’amore. E’ proprio questo, il pensiero di una notte con Alessia, calda, lunga, devastante, che più di qualsiasi altra cosa non riesco a cancellare dalla mente. Quella sua fisicità così burrosa e prorompente mi provoca qualcosa dentro. E questo perché per Alessia, istintivamente, sento un fuoco qui, nel petto, che non è solo desiderio. Purtroppo, o per fortuna, è molto molto di più. La nostra è un’irrefrenabile attrazione mentale, ancor prima che fisica. Ciò che provo per quella ragazza, non è uno sgarbo, né una leggerezza, né un passatempo, o una voglia del momento, o peggio un dolore da infliggere a Monica. Magari sì, è anche tutto questo, ma è anzitutto la mia sensazione e voglia di futuro. Che non so spiegare come, né perché, ma continuo ad avvertire ogni giorno sempre più forte. Dentro, lì dove a nessuna ho mai permesso di arrivare, neppure a Claudia. No, non sono pazzo, e credo non lo sia neppure Alessia, e di sicuro quello che è nato in me il primo istante che l’ho vista, come ciò che ha sentito lei la mattina in cui le ho raccontato il mio sogno su di noi, è qualcosa che va oltre. Perché è oltre. Perché non ha limiti, né confini. E nessuno potrà, né saprà fermarla. Nessuno. Mai…
 
 
07 Giugno 2007, ore 16.00
 
Più di una volta io e Alessia abbiamo parlato del mio rapporto con Monica, e lei ogni volta mi ha ripetuto che dovrei innanzitutto capire chi e cosa davvero voglio nella mia vita. Come se fosse semplice…
Parlare con lei comunque, mi aiuta a capire e a capirmi. Oggi l’ho invitata qui a Santo Spirito per un caffè, dopo le sue lezioni private. Non nascondo che il mio obbiettivo è anche un altro, vorrei di più da lei. E l’unica maniera per capire se sarà possibile è averla accanto. Sentirne il profumo, guardarla negli occhi, parlarle.
“Ciao!”
“Ciao signorina, prego accomodati. Sei arrivata presto.”
“Sì, ho finito prima del previsto. Ti dispiace?”
“Scherzi? Averti anche solo qualche minuto in più con me, mi rende felice.”
Sorride con gli occhi.
“Anche a me piace stare con te, lo sai.”
“Cosa hai detto a Luca?”
“Che andavo a prendere un caffè con alcuni amici.”
“E lui?”
“Lui che?”
“No dico, lui non ti ha fatto storie, paranoie?”
“Affatto. Perché avrebbe dovuto? E poi lavora, mica è colpa mia, né può pretendere che stia a casa da sola, di sabato pomeriggio. A far che, poi?”
“Sei fortunata. O meglio, dovrebbe essere così in un rapporto di coppia. Con Claudia per me era la stessa cosa, c’è sempre stata massima libertà e fiducia. Nessuno ha mai controllato nessuno. Poi invece…”
“Con Monica è diverso, giusto?”
“Sì, lei vorrebbe sapere chi, dove, quando, perché.”
“Dai Cla, io non voglio difenderla, ma devi ammettere che se tutto quello che mi hai raccontato è vero, mi riferisco a Carmen, Mimma, me compresa, non la puoi certo biasimare. Anche io non sarei tranquilla. Nessuna lo sarebbe.”
“Lo so, questo è vero. Ma Monica è stata così possessiva da subito, anche quando in realtà di presupposti non ce n’erano.”
“In che senso?”
“Nel senso che all’inizio io credevo di essere innamoratissimo di lei, e non mi sognavo di vedere nessun altra. La riempivo di attenzioni. Ho anche rifiutato il ritorno di Claudia, non te lo dimenticare, questo qualcosa avrà pur voluto dire.”
“Non è proprio così.”
“E perché no?”
“Semplicemente perché lei si è dovuta confrontare con una situazione molto difficile. Ha dovuto affrontare, scontrarsi e reggere il peso di un’eredità molto molto pesante come quella lasciata dalla tua ex. E poi l’hai respinta, è vero, ma se dovesse tornare?”
Alessia è molto lucida e pragmatica nei suoi ragionamenti, a volte anche troppo, e questo la rende ai miei occhi ancora più attraente.
“Claudia lo ha fatto. Nell’agosto dell’anno scorso.”
Silenzio. Alessia di questo non ne sa ancora nulla. Nessuno a dire il vero lo sa, tranne me e Claudia.
“Una domenica l’ho incontrata alle piscine comunali. Ci ero andato da solo, perché Monica odia il sole e l’acqua, in genere, quindi aveva preferito restare a casa. Claudia invece, era con Claire, sua sorella. Sono state loro ad accorgersi di me, mentre andavano a farsi la doccia.”
“Ok, ma dire ‘è tornata’ non ti sembra esagerato?”
“Affatto, dato che nel pomeriggio, prima di andarcene, Claudia mi ha chiesto di fermarmi a parlare un po’ fuori, nel parcheggio.”
“C’era anche Claire?”
“No, lei era andata via con Davide, il ragazzo. Era venuto a prenderla lui. Claudia invece, l’avrei accompagnata io dopo, con lo scooter.”
“Ma Monica non sa nulla di questo, immagino.”
“Ovvio. Se solo glielo avessi accennato sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale. E’ vero, non siamo mai stati una coppia ufficiale, a tutti gli effetti, ma sai bene che anche allora era come se stessimo insieme, di fatto, quindi... E poi, non mi andava di ascoltare ulteriori accuse nei confronti di Claudia, non se le merita.”
“Dopo che è successo?”
Resto in silenzio, mentre ripercorro con la mente quei minuti con Claudia, nel parcheggio delle piscine comunali.”
“Se non ti va di parlarne fa niente, non è un problema. Non voglio crearti disagi.”
“Ma che dici, ero solo un po’ sovrappensiero. Puoi immaginarlo cosa è successo. Abbiamo parlato, tanto e come ai vecchi tempi, anche scherzandoci sopra. Poi d’improvviso lei è scoppiata a piangere, mi ha abbracciato forte e senza neppure accorgercene ci siamo baciati. Un bacio lungo e tanto tenero, dolce.”
“Cosa hai provato?”
“Mentre la baciavo?”
“Prima, durante e dopo.”
“Non saprei…
Una grande dolcezza, ma anche tanta tristezza, e dolore.
Tanta, tanta tristezza Ale. Ho avvertito la sua solitudine come mai prima; vedi… noi uomini non siamo molto bravi ad ascoltare, tanto meno ad ascoltarci, a capire cosa ci dice il nostro cuore.
Ma volte, nonostante tutto ci riusciamo e allora, non essendoci abituati, tutto ci appare amplificato. Per me è stato esattamente così.
Mi ha fatto male, tanto male, quello che ho provato, davvero...
Non sarebbe dovuta finire così la nostra storia.”
“Ma avresti potuto riprenderla, se avessi voluto. Lei era lì, perché non l’hai fatto?”
“Sì, è vero, era lì. Solo che in realtà non sentivo più quello slancio verso di lei. Sono diventato in un attimo consapevole che il nostro amore era definitivamente perduto, andato via per sempre.
Lei l’ha capito, perché infatti subito dopo si è staccata per prima da quell’abbraccio, chiedendomi persino scusa. Scusa, capisci?
Scusa di che? Di aver capito di aver sbagliato? Di aver fatto quello che io ho fatto a lei cinque anni prima, con molta più crudeltà?”
Sono un fiume in piena. Parlo da solo e cerco di agevolare l’uscita del mio dolore. Non ho freni di sorta, né remore d’alcun tipo. Alessia è come se fosse parte di me (strano, ma vero) e mi piace che stia ad ascoltarmi. Che sia lì, di fronte a me. Mi sento come un bambino che ha paura della solitudine, e che si sente rincuorato dalla presenza di un adulto.
“Io non riuscirò mai e poi mai a serbare rancore verso Claudia. Lei resterà sempre la persona che più ha contato nella mia vita. Sempre, qualunque cosa accada.”
Alessia non dice nulla. E’ presa dal mio racconto e gli occhi le sono diventati lucidi, quasi splendenti.
“Povera Bi… Non avrei voluto stare al suo posto per tutto l’oro del mondo. La conosco e so che rimpiangerà ciò che ha fatto quel nove dicembre per il resto dei suoi giorni. Non se lo perdonerà mai, in fondo all’anima. Quella ferita le resterà dentro a vita… senza riuscire a rimarginarsi e sanguinerà ogni volta che penserà a noi.”
Ora anch’io comincio a sentirmi gli occhi umidi, lucidi. La voce mi si rompe dall’emozione e parlare diviene difficile, quasi impossibile. Alessia comprende il mio dolore, profondo, vero, sincero, e si avvicina per stringermi forte a sé. Mentre le sue lacrime hanno già cominciato a bagnarle il viso. Le mie cerco di trattenerle sino all’ultimo, poi non riesco più a frenarle e lascio che anch’esse rompano gli argini dei miei occhi ormai socchiusi. Attraversano le guance, poi quasi saltano sul collo di Alessia, mentre le resto appoggiato.
“Mi spiace piccolo, mi spiace” mi sussurra nell’orecchio con un fil di voce. Comincia a piangere insieme a me. Avverto qualcosa, qualcosa di caldo e di molto forte che mi dà una carica dirompente in pieno petto. La sento vicina come mai prima e non riesco a comprendere cosa mi stia accadendo. Il tempo sembra essersi arrestato.
Ho l’impressione che Alessia abbia preso in quegli istanti il posto di Claudia nel mio cuore, ma so che è impossibile, che una cosa simile non può esistere. Deve essere un’allucinazione dell’anima. Sto fantasticando, il dolore fa di questi scherzi. Cerco di riprendermi, non voglio più soffrire per il passato. Per quel passato. Devo andare avanti, e pensare al futuro.
“Come vedi però, Monica non ha tutti i torti a temere che...”
“Senti, ma fammi capire, sei venuta qui mandata da lei?” e sorrido, riesco addirittura a scherzare.
“No, no, credo non ne abbia bisogno. Non la conosco, quindi non posso prendere le sue difese, né tanto meno ne ho voglia. Se non ho capito male è una che sa difendersi bene da sola, è solo che mi piace essere obiettiva.”
“Scherzavo, lo capisco. Il tuo è un comportamento molto maturo, raro in una donna.” Penso a quello di Monica e sorrido sarcasticamente dentro di me. Come sono diverse…
“Questo non lo so, e a dirla sino in fondo ho tutto da perdere a parlare così, ma mi metto nei suoi panni e non deve essere facile.”
“Io ti voglio Ale.” E’ un fulmine a ciel sereno e lei per qualche istante sembra accusare il colpo. Non se l’aspettava, ma non è certo intimorita dalle mie parole.
“Lo so Claudio. Anche per me è difficile. Altrimenti non sarei qui.”
“Però non mi vuoi.”
“Ti prego Cla, non dire stupidaggini, è ovvio che non è così. Sono fidanzata e amo Luca, ma da quando ho conosciuto te qualcosa è cambiato. E’ cambiato dentro e fuori di me. ”
La sue parole sono musica per le mie orecchie.
“Non faccio altro che pensare a te e a noi. Mi sento in colpa, mi sento una stronza, perché devo dire bugie e perché tutto il mio tempo cerco di dedicartelo. Ma vedo anche che tu invece, non sai affatto cosa vuoi, e non sei pronto a una storia. Una nuova storia.”
“Ho voglia di far l’amore con te.”
“Per favore, non chiedermelo.
Non farlo… non costringermi a dirti di no. Mi hai detto che per Monica provi un sentimento fortissimo e che non riusciresti a pensare alla tua vita senza di lei. Cosa c’entro io?”
“C’entri perché anche io non faccio che pensare a te. Immagino di far l’amore come in quel mio sogno e non riesco a pensare ad altro. E’ vero, voglio un bene indicibile a Monica, eppure spesso penso a te.”
Mi alzo dal divano e le prendo la mano, invitandola ad abbracciarmi ancora. Non se lo fa ripetere, sebbene sia evidente il suo stato di confusione.
E’ combattuta e non sa cosa fare, come uscirne senza mettere la parola fine a tutto. Una parte di lei mi si abbandonerebbe anche subito, senza limiti e senza freni, l’altra sta disperatamente cercando di non farle fare passi falsi. Per il rispetto che ha per Monica – per quanto non sia affatto ricambiata – e per la persona alla quale è legata. Cerco di baciarla sulle labbra, resisterle mi è letteralmente impossibile. Ricambia appassionatamente il bacio, poi si stacca dal mio petto, di colpo.
“Ti prego Cla, non voglio. Non è giusto.”
“Perché dici così? Lo vogliamo entrambi.”
“E’ vero, ma tu devi tornare da Monica.
Io ho capito tante cose su di me e sulla mia storia con Luca grazie a te, solo che per te non è così.
Quello che mi hai detto oggi di Claudia, dovrebbe aiutarti a capire. Dovresti cercare di capire ciò che provi e di far chiarezza nella tua testa e nei tuoi sentimenti.”
“Ma io non voglio perderti.”
Gli occhi le tornano lucidi in un attimo, e qualche lacrima scende nuovamente rapida, giù per il viso. Gli occhi azzurri sembrano iridescenti. E’ così bella che non riesco a toglierle lo sguardo di dosso.
“Devi tornare da Monica. Purtroppo ci siamo incontrati tardi. Se andassimo a letto ora, tutto sarebbe più difficile, per entrambi. Non avercela con me. Torna da lei e cerca di capire se Monica è la donna della tua vita.”
So che ha ragione, ma lasciarla andare via mi costa quanto mai avrei immaginato. La sua decisione mi lacera l’animo.
“Perché tra di noi deve sempre andare così?”
“Non lo so Claudio, non lo so…”
E gli occhi le spariscono dietro le lacrime. Vorrei solo che Monica vedesse chi sia davvero la donna che lei disprezza tanto, senza neppure conoscerla un minimo. Quella stessa donna che oggi, contrariamente a ciò che io avrei preferito, mi sta spingendo di nuovo tra le sue braccia.
 
 
24 Giugno 2007
 
Dopo l’incontro di due settimane fa in cui Alessia mi ha chiesto di tornare da Monica, per il mio bene ha detto, l’ho invitata a passare a trovarmi dopo la sua ora di palestra, in serata. E lei è stata ben felice di accettare. Voglio e desidero quella ragazza in maniera impressionante, fuori dal comune, oltre ogni umana comprensione. Al di là di qualunque immaginabile logica. Se comparirà dietro quella porta, vorrà dire che avrà finalmente messo in conto anche lei ciò che potremmo essere. Perché non è solo il mio desiderio a essersi fatto ormai un tormento per l’anima e per il corpo. Quel che succederà dopo, dentro e fuori di noi, per ora non m’interessa.
Suona il campanello.
Ci siamo.
 
 
Ore 21.00
 
“Ciao.”
“Ciao Cla.”
“Dai su, entra.”
Ho i nervi a fior di pelle, talmente tesi che mi sembra di riuscire a sentire i battiti del suo cuore pulsare a tremila. I suoi occhi sono un libro aperto che riesco a leggere benissimo. Vorrei chiederle se per lei sia lo stesso, se sta provando ciò che sento io in questi istanti, ma sono troppo concentrato su ciò che ci aspetta.
Perché qualcosa stasera accadrà. La diga che finora ha arginato le nostre passioni, tenendole distinte, separate, a solo pochi metri di distanza l’una dall’altra, oggi dovrà dimostrare quanto è forte. Quanto sia in grado di evitare che tra noi abbia inizio. O meglio, che tra noi ci sia ‘un’ inizio. Perché quello che potrà accadere, dopo, nessuno può prevederlo. Un calore infernale mi sta incendiando il petto e non mi sta facendo capire più nulla. Eppure devo cercare di restare calmo. Tanta ansia non fa bene a noi uomini in simili circostanze…
Affiorano ancora una volta le paure avute con Carmen, ma stavolta il desiderio di andare sino in fondo, e di non lasciare nulla al caso, è troppo forte per indurmi a tornare indietro. Nessuno ormai, può più tornare indietro. Le candele che le ho fatto trovare accese nel soggiorno l’hanno scossa. In positivo credo, non se le aspettava.
Non si attendeva una tale ricerca del particolare, stasera. L’atmosfera è perfetta, ho fatto del mio meglio. Ho voluto stupirla come lei, senza volerlo, ha stupito me quella mattina in cui l’ho notata.
“Allora? Come è andata la palestra? Hai fatto… come si chiamano quegli esercizi? Gu…”
“GAG: gambe-addominali-glutei. Si chiamano GAG, non riesci proprio a impararlo, eh?”
Sorrido, mentre accenno una smorfia.
“Comunque è andata abbastanza bene. Oggi non c’era la mia istruttrice e in sua assenza la lezione s’infiacchisce un po’, ma non è andata male.”
“Quindi non sei stanca?”
“Dipende per cosa?”
 “Be’… in genere.”
“Aaaahh…”
“Magari, reggeresti per un altro tipo di attività fisica!”
Il suo sguardo è eloquente. Quasi più del mio. La diga mostra già le prime crepe.
“Io sì, e tu?”
Quando mi provoca mostra tutta la sua femminilità. Sono indeciso se aggredirla così o andarci più calmo, ma seguo solo il mio istinto.
Lei sta al gioco, mentre la famosa diga che separa le nostre istintive pulsioni, sta franando rovinosamente su se stessa, sotto la pressione incontenibile di entrambe.
“Ovviamente sì, ma non mi hai ancora detto se accetteresti quest’altra attività fisica.”
Le piace giocare, sa come portare la tensione al massimo.
“Non ho il cambio per questo tipo di moto… dovrei tornare a casa e… attrezzarmi.”
Siamo ancora entrambi in piedi, nel mezzo del soggiorno, e posso avvicinarmi a lei in frazioni di secondo. Senza darle il tempo di potersi ritrarre. Anche se non credo voglia farlo, quegli occhi dicono altro. Dicono tutt’altro. E aspettano che io faccia la prima mossa, come si conviene.
“Non serve, basta il tuo corpo nudo…” e la bacio come non ho mai fatto neppure quell’undici dicembre dell’anno scorso.
“Forse Ale dovresti spegnere il cel…”
“Già fatto.”
Mi guarda. Mi fissa. Mi scruta.
“E tu?”
“Idem.”
Quello che accade dopo è qualcosa di magico. Da non potersi spiegare a parole. Ma non per ciò che si potrebbe immaginare, sarebbe troppo scontato, piuttosto per il trasporto che ci avvolge e ci sconvolge entrambi, al tempo stesso. Questa volta non sto ‘scopando’, sto facendo l’amore, come non mi accadeva più da tempo, da tanto tempo.
STO FACENDO L’AMORE, quasi non ci credo. Me ne accorgo subito. Che lo accetti o meno, che m’incuta timore o meno per quello che può significare dentro di me, è la verità. La pura, sacrosanta verità. Sono ore di una passione sfrenata, senza limiti, senza tabù, senza nulla che possa dirsi un freno. Mentre le sono dentro capisco di non essermi mai dato a nessuna come mi sto donando a lei. Dai suoi occhi, che mi parlano sorridendo dolcemente, capisco che per lei è lo stesso, se non di più.
Sento i suoi odori, i suoi sapori ed è come se fossero i miei. Nulla mi disturba e tutto mi esalta in un crescendo che non ho mai provato. Ho fatto l’amore tanto negli ultimi tempi, con Monica, volendole un bene enorme. Ma ora è diverso, non è la stessa cosa. E Monica, come Luca, come nessuno, può volermene per questo. Sono cose che alla maggior parte delle persone non accadono mai nella vita, quindi mi reputo fortunato, un prescelto. Se anche domani tutto dovesse finire, ringrazio e ringrazierò a vita Dio per avermi concesso di vivere un simile paradiso. Per avermi fatto dono di un mondo di emozioni e sensazioni che non tutti gli uomini scoprono di poter provare. Con Claudia è stato amore con la ‘a’ maiuscola, e passione altrettanto intensa, ma capisco in cosa è stato differente da ciò che vivo oggi. Mancava la consapevolezza di tutto ciò che un uomo può vivere e provare quando qualcuno gli toglie la cosa a cui tiene di più. Claudia e Alessia, tanto diverse tra loro, si assomigliano in realtà in moltissime cose. Al di là dell’aspetto fisico. Hanno la stessa capacità di ridere di me e di scherzare con me, di farsi prendere in giro, di contenermi quando comincio ad andare fuori dalle righe, e di riprendermi quando mi estraneo a occhi aperti, vagando con la fantasia nel mio mondo irreale. Il loro modo di amarmi è simile, eppure unico al tempo stesso. Forse è tutto questo e tanto altro ancora a rendere Alessia vicina al mio cuore come solo Claudia ha saputo essere. C’è qualcosa in lei che mi è familiare. Qualcosa nel suo modo di essere se stessa e di relazionarsi a me. Qualcosa che mi riporta indietro a ciò che ho perso, ma che mi proietta in avanti, soprattutto, a ciò che domani potrebbe darmi. La notte passa senza un attimo di tregua e quando verso le sei la riaccompagno a casa, scortandola con la macchina, l’alba è appena spuntata sulla sottile linea di orizzonte che unisce in prospettiva cielo e mare. Lì dove l’azzurro dell’uno finisce per confondersi con il blu dell’altro, in uno splendido tutt’uno di luci e ombre. E’ sufficiente un colpo di clacson per salutarla prima di allontanarmi, ma i suoi occhi, comunque, non mi negano un ultimo sguardo che, istintivamente, so che non mi abbandonerà mai più, d’ora in avanti.
Mai più...
Comunque vada tra di noi. Qualunque cosa io possa combinare.
Nonostante la gelosia possessiva di Monica che crede ancora in un ‘noi’.
Nonostante il dolore immenso che lei saprà provare qualora dovesse scoprire ciò che è accaduto stasera.
Nonostante il mio timore di Alessia, qui dentro in fondo all’anima, non si sia affatto sopito.
Nonostante la mia voglia di amare non riesca a essere superiore al terrore che ho oggi dell’amare in sé. Quel terrore che potrebbe forse, domani, farmi allontanare anche da Alessia.
Nonostante il sentimento unico, solo, speciale, che provo per lei.
Nonostante quello che riusciamo a dirci quando siamo a letto, e quando non lo siamo.
Nonostante il desiderio che ho di avere quella famiglia che Claudia mi ha negato.
Nonostante la rabbia dirompente che mi monta dentro ogni volta che penso a tutto ciò cui ho dovuto rinunciare perdendo (la mia) Bi.
Nonostante tutto ciò che ho fatto, e che farò.
Nonostante tutto ciò che ho detto, e che ancora ho da dire.
Nonostante tutto, e nonostante tutte.
Nonostante…
 
 
 

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