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A ruota libera (Cap.10)

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                                             CANTIERE DI ASCOLI SATRIANO
 
Giovedì 19 gennaio
 
Il weekend lo passo da solo. Non mi va di vedere nessuno.
Sono trascorse da poco le cinque e il cellulare si illumina. Messaggio:
 
Ma che fine hai fatto?
 
E’ Monica. L’ho letteralmente ignorata da venerdì a oggi. Non vedo del resto perché avrei dovuto cercarla, visto che lei non l’ha fatto. Cosa crede? Che stia a sbavarle dietro come la fila di colleghi sempre in vena di battutine e sorrisetti ammiccanti tesi a riscuotere il suo interesse?
Neanche per sogno.
Se la pensa così non ha capito nulla della vita.
Soprattutto della mia. Starò pure da cani, ma non così rovinato. Come immaginavo piuttosto, la mia tattica sta avendo successo. Sebbene sembri inaccostabile, altera e sprezzante con i suoi occhi verdi, magici, dal taglio orientale, anche Monica ha i suoi punti deboli, e credo di averne beccato uno, alla grande.
Ora tocca a me. Rispondere o ignorarla? Ci penso, nel frattempo continuo a lavorare. O meglio, a sforzarmi di lavorare, perché oggi proprio non è storia.
Ok rispondo. Meglio non fare scemenze. Potrei allontanarla per un eccesso di strategia. Preferisco lasciare alle donne le strategie, sono loro più congeniali. Piuttosto, una bella risposta se la merita. Ci penso. Deve essere incisiva, ma non acida. Non è il caso. Perché non mi viene niente? Ovviamente, quando serve, il cervello si fa sempre i cavoli suoi, che palle…
Trovato:
 
Ho immaginato che una donna in carriera come te avesse poco tempo da dedicare alla sua vita privata, quindi ho preferito la strada della discrezione…
 
Invio.
‘Donna in carriera?’
‘Strada della discrezione?’
Certo che ne scrivo di puttanate…
Comunque, ormai l’ho mandato. E’ fatta. Speriamo solo non mi spedisca a quel paese per la stessa strada, e con la medesima discrezione. Devo riconoscerlo, a volte proprio non mi capisco. Anzi, sempre più spesso a dire il vero, non solo a volte.
In ogni caso, la risposta di Monica non arriva. E’ chiaro, dopo una fesseria simile!
Sono stato un vero idiota. In questi momenti la sudorazione mi parte a mille, non so perché, quasi fosse questione di vita o di morte. E dopo tutto quello che ho passato, e che ancora sicuramente mi tocca vivere per uscire dallo stato di catatonia sentimentale in cui mi trovo, ci dovrebbe davvero volere qualcosa di forte per crearmi tanta palpitazione. Anche se, pensandoci, questo stato emotivo potrebbe cominciare a significare qualcosa.
Boh…
 
Dai Claudio, sforzati di essere razionale e ragionevole.
Calmati…
Lo ripeti sempre ai tuoi colleghi per dargli coraggio, quando li vedi in difficoltà, perché ora non fai lo stesso?
 
Per me è diverso, io sono un tipo tutto ‘sui generis’.
Per me è un’altra cosa…
 
Già, che stupida, come ho fatto a non capirlo.
E’ una cosa così ovvia!
Ma vaffan…
 
NON - ti - permettere.
 
No, non preoccuparti, per fortuna sono ‘parte’ di te, Claudio, non sono te…
 
Eh sì, sai che differenza…
 
Quando comincio a pensare in queste forme, con questi botta e risposta di parte di me stesso con una o altre parti ancora, sempre di me, è come se dentro mi si aprisse un dibattito di voci fuori campo che cominciano a confrontarsi, anche con violenza, sullo stesso tema. E questo porta la mente ancora più lontana dalla realtà. Come se già non mi venisse facile estraniarmi.
Ok, ma ora con Monica come recupero?
Che stupido…
Continuo a lavorare, è meglio. Pazienza, ‘non ci posso fare nulla ormai’, mi ripeto.
Qualche patetico tentativo, tipo una telefonata, o uno squillo soltanto, sarebbe peggio e mi farebbe passare ancora di più dalla parte del cerebroleso. No, no, proprio del deficiente. E poi non mi va neppure di recuperare, ho tanti pensieri per la testa. Tanti. Insomma…
No, sono pochi per la verità, e tutti riconducibili a Bi.
Tredici anni, tredici anni e mezzo, quasi.
Un’eternità.
Il cellulare s’illumina di nuovo. Finalmente…
Sarà sicuramente Monica che mi scrive quanto sono idiota, e che non può avere a che fare con un mentecatto.
 
Non mi conosci, riesco a trovare il tempo per tutto...
Ho solo avuto da fare, ma tu perchè sei sparito?
 
Sta rilanciando per farmi scoprire.
Le donne sono diaboliche, io al posto suo avrei già elegantemente troncato. Ma lei per fortuna non è me. A esser sinceri, nessuno vorrebbe essere me in questo periodo. E’ chiaro, ovvio. Neppure io, ma come si dice: mi tocca, amen. Non ne esco mica così facilmente. Ora però devo stare attento. Se adesso mi ha graziato, la seconda volta potrebbe non esserci proprio. Devo essere efficace nel mio sms di risposta, e recuperare lo svantaggio. Di nuovo non mi viene niente, che rottura. E questi documenti noiosissimi che ho a video, sui quali sto lavorando oggi pomeriggio per il mio capo, non fanno che distrarmi. Non riesco a concentrarmi. In queste situazioni si dovrebbe smettere di lavorare e farsi i cazzi propri. Pagati ovviamente. Una sorta di aspettativa pubblica (perché solo lo Stato paga sempre e comunque, tanto i fessi che lavorano per gli altri ci sono sempre).
Sì: ‘aspettativa rapida e necessaria per motivi di cuore’.
Oggi sei davvero in vena di idiozie,lo sai?
 
Mamma mia come stai! Ecche è?!
Non posso dir niente…
 
Dai rispondi, va’, che è meglio…
Sta’ tranquilla, le idiozie le tengo per me, non preoccuparti.
 
Fhmmmm…
 
Sono in pieno delirio, non ci sto capendo più niente. Vado a prendermi un caffè alla macchinetta, è meglio.
Che porcheria…
Sarà ‘sta robaccia, ma forse ci sono:
 
A dire il vero ho lavorato a una perizia. Mi piacerebbe vederti, ti va di fare qualcosa in particolare?
 
Speriamo non fraintenda, non è il momento. Nonostante l’abbia sparata grossa, visto che la perizia l’ho consegnata circa due settimane fa, potrebbe essere un’ottima pezza a colori. Se mi risponde, un altro grande passo verso l’obiettivo di farla mia, come si deve s’intende, è fatto.
Ancora il cellulare:
 
Ti va di venire con me al cantiere di Ascoli Satriano, sabato mattina?
 
Dove??
Questa qui non è normale…
Ma tutte a me?! E dire che pensavo di essere io l’uomo dalle uscite infelici…
 
Considerando che ti piace e che te la vorresti portare a letto, vedi un po’ tu come stai messo…
 
Va’ al diavolo!
Delle due l’una: o è una gran ‘paracula’, e con quell’aria da furbetta potrebbe esserlo benissimo, oppure è esaurita, più di me. E ce ne vuole!
Oddio, visti e considerati i ritmi di lavoro cui sono sottoposti i tecnici di questa azienda, in questo periodo, non è neppure tanto impossibile. Magari vuole unire l’utile al dilettevole. A me da il contentino delle sua presenza, e io le faccio da compagnia in quell’ora, anzi due con il ritorno, che ci vuole per raggiungere il cantiere. Chiamatela scema!
E ora cosa faccio?
Che le rispondo?
Assecondo o rifiuto?
Belle domande. Ci penso ancora un attimo, faccio il prezioso.
E’ chiaro che accetto, fossi scemo…
Non sarò uno di quei colleghi che le sbavano dietro, ma neppure un fesso che se la lascia sfuggire dopo aver assodato che lei ci sta. Sì perché un minimo deve esser così, non posso credere stia facendo tutto questo soltanto per trovare un accompagnatore. Parliamoci chiaro, una come lei:
1.      non ne ha bisogno;
2.      lo trova come e quando vuole.
Sì, sì, accetto. Accetto, decisamente. E mi permetto pure di fare il simpatico.
 
Non è il massimo come richiesta, avresti potuto osare di più, ma va bene… Ci sentiamo venerdì sera per accordi.
Un bacio
 
La chiusura di un sms con ‘un bacio’ devo dire che fa sempre effetto. Non è troppo spinta, troppo audace tra due che ancora si stanno conoscendo, ma dà l’idea di un elegante calore che non dispiace.
Per qualche decina di minuti, il pensiero di Claudia è sparito totalmente dalla mia mente. Magari potesse farlo per più tempo. Magari riuscisse a darmi un po’ di pace da quel dolore pesante, claustrofobico, ossessivo. E ormai inutile.
Di sicuro però, è un gran passo avanti.
 

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